È stato un Patrick Roy, apparentemente teso, a presentarsi davanti alle telecamere martedì a mezzogiorno, dopo l’allenamento mattutino degli Islanders al Bell Centre, in preparazione al duello serale contro il canadese.
Inserito alle 14:22
Solitamente loquace con i media del Quebec sin dal suo ritorno dietro la panchina degli Islanders, l’allenatore è rimasto sobrio e diretto al punto durante la sua conferenza stampa di circa otto minuti.
Una situazione diversa da quella dello scorso gennaio, quando arrivò a Montreal appena cinque giorni dopo essere stato assunto. Gli Habs gli hanno steso il tappeto rosso: briefing stampa pre-partita in sala conferenze, video omaggio durante l’inno nazionale.
A tal fine, non ci siamo sentiti minimamente commossi dalla prospettiva di ricollegarci al Bell Centre. “Potrebbe essere un po’ diverso dalla scorsa stagione, ma è comunque speciale. Ho giocato 10 anni qui, ho dei bei ricordi ed è sempre speciale tornare”, ha detto per primo, in inglese. Ripeterà la stessa risposta in francese, ricordando le due Stanley Cup vinte, ma diciamo che non è stata data con il suo entusiasmo per le occasioni speciali.
Brutti ricordi
Va detto che, da un lato, la sua squadra ha reagito molto male in questo particolare contesto del 25 gennaio. Coincidenza o no, dopo 12 minuti il canadese era in vantaggio per 3-0. Va detto che i Montreal hanno poi contato su Sean Monahan alla guida del secondo trio, che ha dato al CH una linea centrale in direzione del mondo, ma stiamo divagando.
Roy ricorda molto bene anche l’inizio della partita. “Hanno perso le ultime due partite e vorranno iniziare bene. “È quello che hanno fatto l’ultima volta che siamo venuti qui”, ha detto.
D’altro canto gli isolani arrivano in città in un contesto molto più teso rispetto a 10 mesi fa. All’epoca c’era ancora il solito entusiasmo che deriva dall’assumere un nuovo allenatore. Mancavano allora a due piccoli punti dalla qualificazione ai playoff.
Martedì mattina erano a tre punti dal gol, ma con una miriade di club davanti a loro e più partite giocate rispetto a Rangers, Sabres, Lightning e Blue Jackets, tra quelli che stanno cercando di sorpassare. Prima di battere il Buffalo sabato, avevano perso sei delle sette partite precedenti.
Ma sono soprattutto i fallimenti del club, che ha poche promesse di ricostruzione da vendere ai propri tifosi, a generare malcontento. Mercoledì scorso, mentre gli Islanders venivano sconfitti 6-3 dai Bruins, i tifosi cominciavano a cantare “ Fuoco Lou.» Non stiamo parlando di Mr. Reed, Dobbs o Frazier, ma piuttosto di Lou Lamoriello, GM degli Islanders, che ha regalato a Roy una delle squadre più antiche della NHL.
“Non lo so, non leggo i media, non so dire se si sta riscaldando o non si sta riscaldando”, ha detto prima, prima che gli venisse spiegato che il rumore in questione non proveniva dall’aria. media, ma dai tifosi sugli spalti dell’UBS Arena.
“Siamo concentrati sul nostro gioco”, ha semplicemente risposto.
Squadra che invecchia
In attacco, i newyorkesi si stanno lentamente rimettendo in carreggiata, dopo essere stati esclusi quattro volte nelle prime 10 partite della stagione; eccoli qui: 27es nella NHL, con 2,56 gol a partita. Migliore il record difensivo (2,96 gol subiti, 12es nella NHL). Si tratta peraltro di una squadra adeguata nel 5 contro 5, ma appesantita da squadre speciali (31e in entrambe le categorie).
Il problema è soprattutto legato all’età. Ad inizio stagione gli Islanders erano arrivati a 4e rango dei club più antichi. I tre migliori marcatori della squadra, Kyle Palmieri, Anders Lee e Brock Nelson, hanno rispettivamente 33, 33 e 34 anni. Per citare Papa Giovanni Paolo II, che probabilmente non si aspettava di ritrovarsi in un testo sugli isolani un martedì di dicembre, il futuro comincia oggi, non domani.
“Ogni squadra sentirà l’urgenza di vincere”, ha ricordato Roy. Non c’è squadra che non voglia arrivare ai playoff. L’importante è non chiudersi in una buca e sperare che le cose vadano per il verso giusto per avere una serie di vittorie consecutive. »
Le malelingue diranno che presentandosi al Bell Center contro la penultima squadra della classifica generale, sono all’indirizzo giusto, ma noi non andremo lì.