Rafael Nadal torna al Roland-Garros, il crepuscolo del re della terra battuta

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La storia non poteva concludersi senza un arrivederci, un ultimo giro, un’ultima salva di “vamos” e, chissà, un’ultima emozione. L’ombra del gigante diventa ogni giorno più piccola in campo mentre il suo corpo martoriato continua ad appassire, a quasi 38 anni. Ma il Roland-Garros è la sua cittadella, il regno dove ha costruito la sua leggenda. Impossibile immaginare di andarsene senza salutare un’ultima volta questa terra che lo fece re quattordici volte.

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Dopo diciannove anni di monarchia (quasi) assoluta, Rafael Nadal si prepara – probabilmente – a dire addio al torneo di Porte d’Auteuil. “Il mio ultimo Roland-Garros? Ci sono buone probabilità che accada, ma non voglio chiudere la porta al 100%.”, ha insistito, sabato 25 maggio, davanti a centocinquanta giornalisti accorsi ad ascoltarlo.

Rafael Nadal partecipa alla conferenza stampa d’inizio del torneo, il 25 maggio 2024 al Roland-Garros, a Parigi. GONZALO FUENTES / REUTERS

Lunedì, quando arriverà il momento di scendere in campo contro il tedesco Alexander Zverev (testa di serie n. 4), il 276esimo giocatore al mondo non avanzerà con la lunga coda del favorito alle spalle, per la prima volta in carriera. Comunque sia, è aneddotico. Perché il basso Philippe-Chatrier pensava che non avrebbe mai più rivisto il suo signore, racchetta in mano.

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Dodici mesi prima, il maiorchino si era arreso con dolore per difendere il suo quattordicesimo titolo, vinto con il piede sinistro anestetizzato. L’annuncio, davanti ai giornalisti convocati nella sua abitazione di Manacor, sull’isola di Maiorca, alla vigilia del torneo, ha avuto toni solenni. “Non è una mia decisione, ma quella del mio corpo. Non penso di meritare di finire così. Per questo faccio un ultimo sforzo, affinché la mia fine non arrivi lì, in una conferenza stampa. »

Il 3 giugno successivo festeggiò il suo 37esimo compleanno in una stanza d’ospedale a Barcellona. Ha appena subito un intervento chirurgico all’anca sinistra, infortunata cinque mesi prima durante gli Australian Open. “La tazza comincia a essere piena e prima o poi traboccherà”dice l’ex numero 1 del mondo mentre lascia il Melbourne Park, “mentalmente distrutto”.

L’“extraterrestre” è tornato ad essere un semplice mortale

I mesi passano. Trecentoquarantanove giorni di forzata astinenza, vacillanti speranze e dubbi, prima di tornare finalmente in circuito, nel gennaio 2024… agli antipodi. E poi Patatras. Il suo corpo ha subito una ricaduta a Brisbane, questa volta negli addominali. Impossibile per lui servire.

Rafael Nadal affronta lo svizzero Roger Federer nella finale del torneo Roland-Garros, l’11 giugno 2006 a Parigi. FRANCOIS MORI/AP

Da allora, la leggenda con ventidue titoli di tornei del Grande Slam ha cercato di nobilitare i suoi anni del crepuscolo. Due partitelle a metà aprile davanti al pubblico di casa a Barcellona, ​​altre due per l’addio al Real Madrid la settimana successiva, prima di mordere la polvere ocra a Roma a inizio maggio. Il premio d’omaggio va – per ora – agli spettatori italiani, https://twitter.com/Eurosport_FR/status/1789317848113828299?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1789317848113828299%7Ctwgr%5Ed61decbe6ecaa9da473d79f86b4f0a6af593e8e0%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.lefigaro.fr%2Fsports%2Ftennis%2Ftennis-en-video-l-immense-ovation-du-public-romain-a-rafael-nadal-20240511 nelle navate del Foro Italico per cantargli “arrivalerci Rafa”.

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