Nuoto: l’agenzia cinese Chinada si impegna a “collaborare attivamente” con l’audit della WADA

Nuoto: l’agenzia cinese Chinada si impegna a “collaborare attivamente” con l’audit della WADA
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L’agenzia antidoping cinese Chinada si è impegnata venerdì a “cooperare attivamente” con l’audit annunciato il giorno prima dall’Agenzia mondiale antidoping (WADA), in risposta alle critiche rivolte alla sua gestione del caso dei 23 nuotatori cinesi non sanzionati nel 2021 nonostante i test positivi.

“Chinada coopererà attivamente all’imminente audit della WADA e fornirà assistenza quando necessario”, ha affermato in un comunicato stampa l’agenzia antidoping cinese che, pochi mesi prima delle Olimpiadi di Tokyo del 2021, aveva concluso sulla contaminazione alimentare dei suoi atleti . L’agenzia cinese “lavorerà a favore dei diritti e nell’interesse degli atleti puliti e dell’integrità nello sport”, si legge ancora.

Coinvolta in questa vicenda in particolare dall’agenzia americana Usada, la WADA ha annunciato giovedì il lancio “presto” di un audit di conformità in Cina con la missione di “valutare lo stato attuale del programma antidoping” in questo paese. . Ha inoltre annunciato la nomina di un procuratore indipendente, lo svizzero Eric Cottier, incaricato di esaminare la sua gestione del caso all’epoca dei fatti.

Tre mesi prima dei Giochi di Parigi (26 luglio-11 agosto), il canale tedesco ARD e il New York Times hanno pubblicato la scorsa settimana un’indagine in cui hanno rivelato che 23 dei migliori nuotatori cinesi sono risultati positivi alla trimetazidina all’inizio del 2021, senza essere sanzionato, anche temporaneamente.

Di questi 23 nuotatori, 13 hanno partecipato immediatamente alle Olimpiadi di Tokyo e tre hanno addirittura vinto l’oro: Zhang Yufei (200 m farfalla e 4×200 m stile libero), Wang Shun (200 m misti) e Yang Junxuan (4×200 m stile libero). Nel frattempo, nel marzo 2021, un rapporto Chinada ha concluso che c’era stata una contaminazione alimentare.

La WADA, con sede a Montreal, afferma di aver gestito la vicenda con la “due diligence”, versione che però non convince gli altri attori del mondo dell’antidoping. Molto turbata, l’Agenzia antidoping degli Stati Uniti (USADA) ha chiesto una revisione della WADA e un’indagine indipendente sulla questione.

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