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Liegi-Bastogne-Liegi | Romain Bardet, il successore di Tadej Pogacar, l’inaspettato ritorno sotto i riflettori

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L’edizione 2024 della campagna delle Ardennaises è da classificare tra le annate di maggior successo degli ultimi anni da parte francese. Benoît Cosnefroy (Decathlon AG2R La Mondiale) vincitore della Flèche Brabançonne, tre tricolori nella top 10 dell’Amstel, se ne aggiungono altri due nella top 10 della Flèche Wallonne, culminando con il secondo posto di Kévin Vauquelin (Arkéa – B&B Hotels). Resta quindi Liegi-Bastogne-Liegi, l’apice di questi classici primaverili. La ripresa a gironi è ancora una volta francese, con tre rappresentanti nelle 10 (prima nazione a questo livello). In testa alla classifica l’indistruttibile Romain Bardet (Dsm-firmenich PostNL) da cui non ci aspettavamo più prestazioni del genere.

“Ottime gambe” e un colpo da maestro

E ancora. L’alverniano non ha aspettato il finale per mostrare il suo casco bianco in testa al gruppo, anche se ciò ha significato lasciarsi sfuggire qualche gesto che testimoniava una notevole tensione all’interno dello scalatore francese. Il nativo di Brioude è pieno di esperienza e di uno spiccato senso delle corse, quindi questa sensazione di urgenza doveva essere giustificata. Chiedilo invece a Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck) e agli altri, intrappolati da una caduta imponente a poco meno di 100 chilometri dalla meta.

Freddo estremo alla partenza, tamponamento e fulmine di Pogacar: il riassunto della gara

Sapevo che il tempo sarebbe stato difficile, che sarebbe stata una gara faticosaha confidato Bardet al microfono diEurosport all’arrivo. L’ho presa senza pressioni e nel finale mi sono ritrovato con delle ottime gambe, che ho potuto sfruttare. Penso che anche la mia conoscenza tattica della gara mi abbia aiutato a trovarmi al posto giusto nei momenti chiave della gara, cosa che mi ha permesso di proiettarmi con ottime gambe.” La conoscenza tattica è maturata dopo nove partecipazioni (questa domenica è stata la decima) e un podio conquistato sei anni fa, epoca in cui Bardet si trovava a tutt’altra altezza nella presunta gerarchia del gruppo.

E’ vero tanto quanto il primo podio (3° nel 2018, ndr), Lo stavo aspettando perché erano diversi anni che giravo lì, avevo preso una decisione su questoha riconosciuto senza mezzi termini il tre volte vincitore di tappa del Tour de France. Quindi bisogna crederci sempre“Crederci, insistere, anche quando i venti contrari battono la ripida carreggiata della Doyenne. Primo messo in contropiede su iniziativa di Ben Healy (EF Education – EasyPost), Bardet ha risposto all’irlandese sulle pendici de la Roche-aux- Faucons, ultima difficoltà della giornata Problema, i dibattiti si sono accesi nelle retrovie, con le offensive congiunte di Egan Bernal (INEOS Grenadiers) e Maxim Van Gils (Lotto Dstny prima della discesa finale, Bardet non poteva più fuggire, dentro). gli occhi dei suoi cacciatori, sbavando sulle sue labbra.

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Un attacco deciso nel Ridotto e Pogacar corre verso la vittoria

Così, nonostante il vento contrario, gli attacchi incessanti, gli auspici dagli echi disfattisti, l’Auvergne persistette nella sua impresa. Perché ha già letto tutto, conosciuto tutto, soprattutto. “È stato molto tattico in cima, il vento contrario era davvero forte, era dura, ma avendo sperimentato la situazione per diversi anni di seguito, sapevo che a volte 5-10 secondi in cima erano sufficienti per resistere, perché potrebbe succedere esserci un grande disaccordo nel gruppo degli inseguitoriL’oracolo di Brioude aveva ragione, e il costante dissapore che regnava ai livelli inferiori è servito agli affari del francese, lanciato a 9 chilometri dalla linea con un magro gruzzolo (10 secondi) certo, ma sufficiente per aprirsi la strada al secondo podio la decana.

Una rampa di lancio prevista per il Giro

Se sorprende la presenza di Bardet (33 anni) in area in mezzo ai due fenomeni Pogacar e Van der Poel, l’ascesa dell’Alvernia è segnata da mesi. Con in mente un atteso ritorno al Giro d’Italia, due dopo un’edizione del 2022 da cui è uscito con il colorito pallido, il fisico stravolto dalla malattia e il sogno sacrificato del traguardo più grande della sua carriera.

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Solo nel suo mondo, l’ultimo chilometro da Pogacar a Liegi

Sulla strada che porta a Torino Bardet non ha lasciato nulla al caso, come questo Giro delle Alpi in cui si è fatto le ossa. Quinta domenica, si conferma Aurélien Paret-Peintre (Decathlon AG2R La Mondiale). “Io, l’anno scorso, ho fatto la mia migliore Liegi dopo il Tour des Alpesha ricordato Eurosport. Questo è ancora il caso. Mercoledì abbiamo avuto cattive condizioni, ma era più breve di loro. Le tappe erano brevi, quindi è stata una settimana fantastica venire qui dopo.” Con il massimo della forma previsto per il Giro, Bardet non ha sicuramente finito di sorprenderci.

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