TESTIMONIANZA. “La prima impressione è stupore”, fine della missione a Mayotte dei vigili del fuoco umanitari

TESTIMONIANZA. “La prima impressione è stupore”, fine della missione a Mayotte dei vigili del fuoco umanitari
TESTIMONIANZA. “La prima impressione è stupore”, fine della missione a Mayotte dei vigili del fuoco umanitari
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Pubblicato il 14/01/2025 alle 8:59

Scritto da Jean-Christophe Adde et Damien Grousson

L’associazione Saint-Etienne, Pompiers Humanitaires Français, sta per tornare dalla sua missione. A Mayotte, i volontari hanno dovuto affrontare situazioni difficili. Di ritorno a Saint-Etienne, il fondatore dell’associazione racconta la sua vita quotidiana.

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Dice di essere impressionato dalla resilienza dei residenti. Il colonnello Jérôme Giron ritorna dalla missione a Mayotte. Mentre un nuovo temporale attraversa l’isola, alcuni suoi colleghi sono ancora lì, bloccati dai violenti venti che attraversano il territorio dopo il devastante passaggio del ciclone Chido, un mese fa.

Parla dei suoi sentimenti quando è arrivato, quasi un mese fa. “Il primo impressione, è stupore, poi arriva il momento di capire prima di alzare la testa e andare avanti”. La prima difficoltà per i vigili del fuoco umanitari, “questo era il problema del ponte aereo, con una torre di controllo non operativa”.

Case ed edifici furono completamente distrutti, come la prefettura. Era un contesto particolare, il dipartimento era indebolito strutturalmente e anche in termini di autorità.

Jérôme Giron, fondatore dei “Pompieri umanitari francesi”

L’associazione umanitaria è riuscita a raccogliere 165.000 euro per svolgere le sue missioni a Mayotte. Assistenza alla popolazione, aiuti alimentari, alloggi di emergenza, i volontari sono presenti per fornire il loro know-how.

“Il dispensario è stato riconfigurato, ospita circa 200 persone, soprattutto mamme con i loro bambini piccoli”indica Jérôme Giron.

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Una baraccopoli completamente distrutta sull’isola di Mayotte, gli abitanti si stanno rialzando nonostante le difficoltà.

© MICHAEL BUNEL / LE PICTORIUM / MAXPPP

Jérôme Giron ricorda questa missione “la resilienza della popolazione”. Le persone ricostruirono rapidamente le loro case, con lamiera e legno“.

Spiega anche che queste azioni sono rese possibili grazie alla mobilitazione dei vigili del fuoco rimasti, a volte, nella Francia continentale “per cinque giorni consecutivi al lavoro, a disposizione dei cittadini”. Parla di un vero e proprio “fidanzamento”.

L’associazione “Pompiers Humanitaires Français”, con sede a Saint-Etienne, ha realizzato più di 200 missioni in 15 anni di esistenza.

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