Per la seconda volta in meno di un anno, Kamel Brahmi è stato arrestato a margine di una manifestazione della CGT. E come lo scorso aprile, il giorno dell’inaugurazione del centro acquatico olimpico di Saint-Denis, i suoi compagni e sostenitori denunciarono “una criminalizzazione dell’azione sindacale”.
Erano circa le 16 di questo lunedì quando è degenerata la mobilitazione organizzata davanti al municipio di Livry-Gargan, teatro in quel momento di una tavola rotonda sul futuro della clinica Vauban. “L’idea era di entrare nel municipio per partecipare a questo incontro”, indica Éric Alligner, tesoriere del sindacato dipartimentale della CGT di cui Kamel Brahmi è segretario generale.
Dopo la chiusura di questa struttura sanitaria nell’estate del 2023, il sindacato ha portato avanti un progetto volto a riprendere l’attività nei settori della chirurgia, della maternità e delle visite non programmate, il tutto sotto l’egida del gruppo ospedaliero regionale che riunisce gli ospedali Robert-Ballanger di Aulnay- sous-Bois, André-Grégoire a Montreuil e quello di Montfermeil.
Secondo le testimonianze di Éric Alligner e dei suoi compagni, il loro segretario generale è stato arrestato mentre i manifestanti cercavano di entrare nel municipio. “La polizia municipale bloccava, ci sono stati un po’ di spintoni”, riferisce. Karim teneva le porte aperte. Uno degli agenti di polizia lo ha poi trascinato dentro. L’ho visto ammanettato attraverso la finestra a bovindo. Prima di ciò, avrebbe ricevuto una scopa. »
Diverse decine di persone si sono poi dirette alla stazione di polizia di Livry-Gargan, dove Kamel Brahmi avrebbe dovuto passare la notte. “Ci sarebbe una denuncia da parte di un agente di polizia”, ritiene il tesoriere del sindacato dipartimentale della CGT, che indice una manifestazione nello stesso luogo questo martedì alle 9.
Poche ore dopo questo arresto, Jean-Luc Mélenchon ha reagito a Basta con la criminalizzazione dell’azione sindacale. »
I sette deputati della France Insoumise a Seine-Saint-Denis hanno fatto altrettanto chiedendo “il rilascio immediato di Kamel Brahmi”. “Ancora una volta, un leader sindacale viene represso nel nostro dipartimento”, scrivono. Si tratta infatti di un tentativo di imbavagliare e intimidire tutte le voci che si esprimono contro il collasso dei servizi pubblici (…)”