Nel novembre del 2024, alcuni ricercatori americani hanno scoperto il circuito cerebrale che permette di calmarsi e controllare la respirazione. L’ambizione ora è quella di progettare un farmaco che possa influenzare questo circuito: la pillola yoga. Una scoperta fatta dai ricercatori del Salk Institute for Biological Studies, situato vicino a San Diego, nel sud della California, e pubblicata sulla rivista Neuroscienze della natura.
Se il corpo umano respira automaticamente, senza rendersene conto, anche durante la notte – cosa che ci impedisce di morire – i ricercatori distinguono la respirazione volontaria. Tutti sanno che per cercare di calmarsi o concentrarsi di più, respirare bene e profondamente è sempre una buona idea. Ma ciò che i ricercatori hanno identificato qui è il come funziona questa respirazione, il meccanismo neurale che ci permette di superare alcune delle nostre emozioni negative.
Tutto avverrebbe nella corteccia, la parte del cervello responsabile dei pensieri complessi, che manderebbe infatti un messaggio ai polmoni, spiega il Los Angeles Times. Una scoperta “emozionante”confida quotidianamente uno dei ricercatori e che, tra l’altro, convalida scientificamente la meditazione o gli esercizi di yoga, che a volte possono essere utilizzati per superare lo stress e l’ansia.
Pertanto, i ricercatori stanno già pensando alle applicazioni pratiche di questa scoperta. Non possiamo necessariamente, quando siamo vittime di un attacco di panico, impegnarci in esercizi fisici in mezzo alla strada o in metropolitana. Solo negli Stati Uniti, 40 milioni di persone soffrono di disturbi d’ansia. Un farmaco in grado di controllare questo meccanismo neuronale avrebbe quindi il potenziale per aiutare molte persone.
Alcuni diranno che questo è il principio fondamentale degli ansiolitici, come ad esempio lo Xanax. Ma leggiamo nel Los Angeles Timesquesto tipo di farmaci colpisce contemporaneamente più parti del cervello, non tutti reagiscono allo stesso modo e talvolta è accompagnato da fastidiosi effetti collaterali come mal di testa, perdita di memoria, difficoltà di parola e sonnolenza. La “pillola yoga”, auspicata dai ricercatori, si concentrerebbe su un’area molto specifica e garantirebbe un risultato molto più efficace.
Se questa scoperta suscita entusiasmo, i ricercatori del Salk Institute precisano che è necessario anche identificare il meccanismo che fa respirare più velocemente e aumenta l’ansia, per evitare che il farmaco abbia un effetto su questa respirazione. Poi arriverà anche il momento delle sperimentazioni cliniche. Niente da sperare per anni, forse anche per un decennio.