Con 7,3 milioni di decessi in tutto il mondo, gli ictus hanno rappresentato la terza causa di morte nel 2021 dopo la cardiopatia ischemica (mancanza di ossigenazione del cuore) e il Covid-19. Questo è quanto si rivela in La Neurologia Lancettaun collettivo internazionale di ricercatori che ha condotto un’analisi approfondita, tra il 1990 e il 2021, dell’impatto globale dell’ictus e dei suoi fattori di rischio. In trent’anni il numero dei casi è aumentato del 70% e la mortalità del 44%, ed è anche la quarta causa di perdita di anni di vita sana. Perché non solo gli ictus uccidono, ma lasciano anche molte persone con disabilità durature.
Un ictus si verifica quando l’afflusso di sangue a una parte del cervello viene interrotto, privando le cellule cerebrali di ossigeno e sostanze nutritive essenziali per la loro funzione e sopravvivenza. Esistono due tipi principali di ictus: ictus ischemico, causato dal blocco dei vasi sanguigni, e ictus emorragico, che deriva dalla rottura di un vaso. Secondo questo studio, gli ictus ischemici costituiscono il 65,3% dei casi, le emorragie intracerebrali il 28,8% e le emorragie subaracnoidee (nelle meningi, gli involucri che circondano le cellule cerebrali) il 5,8%. Inoltre, l’aumento dell’incidenza, dei decessi e della prevalenza dell’ictus è particolarmente preoccupante nel Sud-Est asiatico, nell’Est asiatico e in Oceania, ma anche tra le persone sotto i 70 anni, così come nei paesi con un basso indice sociodemografico (SDI ), una misura che combina indicatori di sviluppo sociale ed economico per valutare il livello di sviluppo di una regione o di un paese.
I ricercatori hanno però anche rivelato che l’84% dei casi è attribuibile a 23 fattori di rischio modificabili: un gran numero di ictus sarebbero quindi evitabili, ad esempio limitando l’obesità, il riscaldamento globale, il fumo e l’inquinamento atmosferico. Sono infatti aumentati dell’88% gli ictus legati a un indice di massa corporea troppo elevato, del 72% quelli dovuti alle alte temperature, al livello elevato di glicemia, del 32%, all’eccesso di bevande zuccherate, del 23%, alla mancanza di attività fisica. dell’11%, l’ipertensione arteriosa del 7% e un apporto alimentare insufficiente di acidi grassi polinsaturi omega-6 del 5%. Si tratta quindi di un appello per una maggiore sorveglianza in tutti i paesi del mondo e per un adattamento delle politiche sanitarie pubbliche per ridurre il peso dell’ictus…
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