Questo vaccino è stato testato per la prima volta contro i tumori polmonari avanzati e i risultati sono stati molto incoraggianti. Oggi viene utilizzato contro numerosi altri tumori come i tumori al cervello, il glioblastoma, un cancro molto aggressivo, o anche il cancro al fegato e i tumori legati al Papillomavirus (utero, vagina, ano). Può essere somministrato da solo o in combinazione con altre terapie antitumorali.
I ricercatori hanno grandi aspettative da questi studi clinici. In effetti, il vaccino UCPVax è potenzialmente applicabile alla maggior parte dei tumori. Si tratta di una speranza reale per migliorare la qualità e la durata della vita dei pazienti e per combattere in modo sostenibile i rischi di ricadute.
I relatori:
- Il professor Olivier Adotévi, oncologo dell’Ospedale universitario di Besançon e direttore della ricerca dell’Inserm, capo dell’unità UMR1098 “Terapia immunomolecolare dei tumori”.
- Marion Jacquin, ingegnere di ricerca clinica presso il Centro di ricerca clinica dell’Ospedale universitario di Besançon.
Il National Cancer Institute ha sostenuto il progetto UCPvax con 438.292 euro attraverso un bando di concorso lanciato nel 2013.
Immunoterapia: modalità d’azione
Il ruolo del sistema immunitario è proteggere il corpo. È composto da un insieme di cellule, tessuti e organi la cui funzione è identificare, controllare e distruggere particelle estranee, come batteri o virus, nonché cellule anormali, come le cellule tumorali, prima che non influenzino il nostro corpo.
A volte le cellule tumorali riescono a eludere il sistema immunitario per non essere riconosciute come cellule estranee o anormali. I meccanismi di difesa dell’organismo non riescono quindi a colpire queste cellule tumorali, che possono così proliferare.
Sono stati sviluppati trattamenti immunoterapici specifici per ripristinare una risposta immunitaria adeguata.
L’immunoterapia non ha come bersaglio diretto il tumore. Agisce principalmente sul sistema immunitario del paziente per renderlo capace di attaccare le cellule tumorali. L’immunoterapia specifica prevede la stimolazione di alcune cellule immunitarie per renderle più efficaci o per rendere le cellule tumorali più riconoscibili da parte del sistema immunitario. Si basa su anticorpi monoclonali, in particolare inibitori del checkpoint, anticorpi bispecifici, trasferimento cellulare adottivo e persino vaccinazione antitumorale.
Vaccinazione terapeutica: allenamento del sistema immunitario contro un bersaglio specifico
I vaccini terapeutici non sono destinati a prevenire l’insorgenza di una malattia, come i vaccini preventivi, ma sono progettati per trattare, o contribuire a trattare, il cancro già presente.
L’obiettivo della vaccinazione terapeutica è stimolare e dirigere il sistema immunitario del paziente specificamente contro le cellule tumorali.
Attualmente si stanno esplorando due strade: vaccini personalizzati, sviluppati in laboratorio per ciascun paziente, e vaccini generici, mirati ad antigeni comuni espressi dallo stesso gruppo di pazienti, identificati a monte. Nella maggior parte dei casi verrà somministrata in aggiunta un’immunoterapia più tradizionale basata sullo sblocco dei checkpoint immunitari.
Progettare vaccini terapeutici efficaci rimane una sfida, ma i risultati sono molto promettenti, come quelli di UCPAVax, considerato un importante progresso nella ricerca sul cancro. Si tratta di una speranza reale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e combattere in modo sostenibile i rischi di ricadute.
Ulteriori informazioni sull’immunoterapia.