Un farmaco antidiabetico rallenta la malattia di Parkinson

Un farmaco antidiabetico rallenta la malattia di Parkinson
Un farmaco antidiabetico rallenta la malattia di Parkinson
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Il deterioramento delle capacità motorie è rallentato nei pazienti trattati per un anno. Un vantaggio modesto che resta da confermare.

Questo articolo è tratto dalla rivista mensile Sciences et Avenir – La Recherche n°928, datato giugno 2024.

La lixisenatide, un farmaco utilizzato contro il diabete di tipo 2, ha contribuito a rallentare la progressione della malattia di Parkinson nei pazienti trattati per un anno, riferisce un ampio studio clinico francese condotto dal professor Olivier Rascol, della Facoltà di Medicina di Tolosa.

Un profitto modesto

Il deterioramento delle attività motorie tipiche della malattia, come rigidità dei movimenti, lentezza dei movimenti e tremore di un arto a riposo, è risultato rallentato nei 74 pazienti trattati. Sebbene modesto, questo beneficio non è stato osservato nei pazienti del gruppo di controllo che hanno ricevuto un placebo. Meglio: persisteva due mesi dopo la sospensione del trattamento.

La domanda ora è quanto potrà durare. I pazienti di età compresa tra 40 e 75 anni erano tutti all’inizio della malattia e continuavano a seguire la terapia standard, che compensa la carenza nel cervello di un neurotrasmettitore, la dopamina, dovuta alla distruzione delle cellule nervose che la producono.

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Effetti collaterali digestivi

È noto che la lixisenatide imita l’effetto del GLP-1 (peptide simile al glucagone), un ormone intestinale che stimola la secrezione di insulina in risposta al glucosio alimentare. Come il GLP-1, ma in una forma più duratura, la lixisenatide può passare nel cervello e sembra agire sia sulle cellule nervose che su quelle del sistema immunitario per ridurre l’infiammazione locale causata dalla malattia.

Su questi risultati occorre però fare due avvertenze. In primo luogo, le iniezioni giornaliere di lixisenatide erano spesso accompagnate da nausea, talvolta vomito. In secondo luogo, il farmaco non ha rallentato altri sintomi non motori della malattia, come il deterioramento cognitivo. Altri studi sui mimetici del GLP-1 dovranno quindi confermare questo effetto.[…]

Maggiori informazioni su sciencesetavenir.fr

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