Questa non è la prima squadra a lavorare su una sorta di analogo all’esercizio fisico o alla restrizione dietetica. È risaputo che l’attività fisica regolare e il digiuno intermittente hanno una serie di effetti positivi sull’organismo. Fare attività fisica e saltare i pasti o limitarli a una piccola fascia oraria durante la giornata rafforza il cuore e riduce i livelli di grassi nel sangue. La spiegazione sta nella reazione naturale del corpo in cui livelli crescenti di lattato e chetoni agiscono come combustibile efficace per le celluleche “fa beneficio” ai diversi organi del corpo.
Una nuova molecola che fornisce gli effetti del digiuno e dell’esercizio fisico
Lo studio porta allo sviluppo di una molecola in grado di imitare un’importante risposta metabolica all’esercizio fisico regolare e intenso e al digiuno: la molecola in questione aumenta appunto i livelli di lattato e chetoni nel sangue – senza sforzo fisico o digiuno.
Un effetto paragonabile a quello di una corsa di 10 km a stomaco vuoto???
Ciò è suggerito da uno degli autori principali, il dottor Thomas Poulsen, professore di chimica all’Università di Aarhus: “Abbiamo sviluppato una molecola in grado di mimare la risposta metabolica naturale dell’organismo all’esercizio fisico intenso e al digiuno. In pratica la molecola porta l’organismo in uno stato metabolico corrispondente ad una corsa di 10 km ad alta velocità e a stomaco vuoto!
Quale processo? Quando i livelli di lattato e chetoni nel sangue aumentano, aumenta anche la produzione di un ormone che sopprime l’appetito e diminuisce il livello di acidi grassi liberi nel sangue. Ciò aiuta a spiegare molteplici benefici per la salute, inclusa la riduzione del rischio di sindrome metabolica.
Non sarebbe possibile ottenere lo stesso effetto con la sola dieta, perché il lattato e i chetoni non possono essere consumati nelle quantità necessarie senza produrre sottocomposti indesiderati come acido e sale.
È qui che entra in gioco la nuova molecola, chiamata “LaKe”.
LaKe è il risultato di diversi anni di ricerca, in particolare sui meccanismi legati al lattato e ai chetoni. Sono stati quindi necessari 3 anni per ottenere una fusione chimica del lattato e dei chetoni, priva dei consueti effetti nocivi.
La prova del concetto è fornita in vivoin modelli animali, ma all’ospedale universitario di Aarhus sono in corso i primi studi clinici sull’uomo, con l’obiettivo finale di trasformare la molecola in un integratore nutrizionale avanzato.
Tra le altre possibili applicazioni, i ricercatori citano il trattamento dei traumi cranici, poiché la molecola ha il potenziale per alleviare le difficoltà di concentrazione e i disturbi cognitivi.
Potrebbe essere utilizzato anche nel trattamento di gravi malattie neurologiche come il morbo di Parkinson e la demenza.
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