Il cancro della pelle sarà presto classificato come malattia professionale

Il cancro della pelle sarà presto classificato come malattia professionale
Il cancro della pelle sarà presto classificato come malattia professionale
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In Francia si registrano ogni anno più di 100.000 casi, talvolta sinonimo di chirurgia mutilante, tra cui 17.000 melanomi che causano la morte di quasi 2.000 pazienti. Il numero di tumori della pelle è in aumento. Secondo il National Cancer Institute, nell’arco di 30 anni è più che triplicato. La conseguenza di nuove abitudini di vita, all’aria aperta, ma anche della mancanza di consapevolezza della popolazione, in particolare tra i lavoratori delle professioni outdoor. “In Francia si tratta di 1,5 milioni di lavoratori per i quali il rischio è sottovalutato”, secondo il dottor Jean-Michel Wendling. È lui a guidare il nuovo Osservatorio sui tumori cutanei non melanoma favoriti dall’esposizione professionale ai raggi UV solari, lanciato questa primavera dall’Azienda sanitaria regionale Grand Est.

Francia in ritardo

Un nuovo strumento pensato per vedere le cose più chiaramente. E, in particolare, raccogliere dati presso dermatologi riguardanti, in particolare, le professioni agricole, edili e dei lavori pubblici. Ma l’elenco delle professioni interessate è lungo. Accanto ai roofer e ai giardinieri ci sono pescatori, forze dell’ordine, postini, supervisori delle attività ricreative e netturbini.

In Germania, uno studio, pubblicato nel 2023, ha utilizzato dosimetri per determinare le professioni più esposte. Come in Svizzera e in Belgio, questa consapevolezza ha permesso di sviluppare campagne di informazione e prevenzione. In questi Paesi gli indumenti anti-UV si sono aggiunti alla gamma dei dispositivi di protezione individuale obbligatori. Il cancro della pelle è ormai riconosciuto come malattia professionale. Cosa dovrebbe realizzare l’Osservatorio francese.

Chiama per lo screening

Una questione di sanità pubblica. In particolare in Bretagna, prima regione francese per numero di tumori della pelle. La colpa, per Pascale Benaksas, presidente dell’Associazione francese Tumori e pelle, è dei messaggi di prevenzione incompleti: «Abbiamo sbagliato a dire che dovevamo proteggerci dal sole, perché l’indice UV è forte anche quando ci sono le nuvole. » Invita i francesi a sottoporsi al test in caso di dubbio, prima con il loro medico di famiglia o con l’infermiera aziendale, oppure tramite piattaforme di tele-competenza come OncoBreizh.

Perché la prevenzione è un pilastro della lotta contro il cancro. “È fondamentale non lavorare a torso nudo, per proteggere efficacemente spalle, collo, testa, naso”, insiste il dottor Jean-Michel Wendling, medico del lavoro. Un messaggio che comincia a diffondersi in Francia, soprattutto tra le grandi imprese edili. Sono previste azioni con il personale della SNCF e dell’Aéroports de Paris. “Le aziende possono dirsi che, se non mettono in atto misure, domani daremo loro la colpa”, analizza il presidente dell’asso francese Cancro e Pelle. È tempo di consapevolezza.

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