Senza zuccheri aggiunti per i più piccoli
Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati hanno esaminato il periodo di razionamento dello zucchero e dei dolci introdotti in Gran Bretagna dal 1942 al settembre 1953 e hanno studiato i dati della Biobanca britannica. Durante la seconda guerra mondiale e negli anni successivi, il razionamento limitò il consumo di zucchero a meno di 40 grammi al giorno per gli adulti e a zero per i bambini sotto i due anni. Al termine del razionamento, il consumo è aumentato notevolmente (80 grammi), offrendo ai ricercatori un quadro chiaro degli effetti dello zucchero sulla salute.
Il periodo prenatale è cruciale per il gusto dolce
Lo studio ha anche dimostrato che limitare l’assunzione di zucchero nel periodo prenatale e nelle prime fasi della vita può attenuare una “preferenza duratura” per i cibi dolci, limitando lo zucchero solo durante il periodo in utero contribuendo a circa un terzo di questa riduzione del rischio. I ricercatori affermano che i livelli di zucchero consentiti durante il razionamento corrispondono alle attuali linee guida statunitensi. Attualmente nel nostro Paese il Piano Sanitario Nutrizionale (PNSN) raccomanda ai genitori di limitare lo zucchero e i prodotti dolci prima dei 3 anni e di introdurli all’età più recente possibile oltre i 3 anni. Per i bambini, lo zucchero non deve superare il 5% dell’AET (Total Energy Intake).
Lo zucchero in eccesso fa male alla salute
L’eccesso di zucchero può avere ripercussioni sulla salute. Sovrappeso, obesità e malattie come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e alcuni tumori, senza dimenticare i rischi per la salute orale. L’anno scorso, l’associazione Consumo, Alloggio e Ambiente di Vita (CLCV) aveva lanciato l’allarme denunciando in uno studio che il 30% delle referenze degli alimenti per lattanti studiati contenevano ingredienti dolcificanti (zucchero, miele).
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