“Giugno Verde”, un’iniziativa di sensibilizzazione sul cancro alla cervice

“Giugno Verde”, un’iniziativa di sensibilizzazione sul cancro alla cervice
“Giugno Verde”, un’iniziativa di sensibilizzazione sul cancro alla cervice
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Giugno diventa verde. L’iniziativa “Giugno Verde”, lanciata nel 2010 dall’Istituto Nazionale dei Tumori (Inca), è nata per sensibilizzare la società sul tema del cancro al collo dell’utero, all’inizio di giugno.

Attraverso questa misura, l’Inca intende mobilitare i 17 milioni di donne interessate sulla questione dello screening di una malattia che colpisce ogni anno più di 3.100 donne di età compresa tra i 25 ei 65 anni.

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Questo tumore, che colpisce le persone che hanno contratto sessualmente il virus del papilloma umano, è il quarto più comune tra le donne, dopo il cancro al seno (33%), il cancro del colon-retto (11,3%) e infine il cancro ai polmoni (8,5%).

Contenuti educativi sul cancro e il suo screening

Gli Inca fecero della lotta per lo screening del cancro del collo dell’utero una delle loro punte di diamante. Secondo l’istituto, lo screening può individuare circa 32.000 lesioni precancerose e cancerose, mentre il papillomavirus rimane la causa di 1.100 decessi all’anno.

Nonostante l’efficacia dello screening, oltre il 40% delle donne interessate non effettua questo controllo regolarmente o non lo effettua con sufficiente regolarità. L’operazione “Giugno Verde” e la sua copertura mediatica mirano a incoraggiare l’azione e la lotta contro le disuguaglianze nell’accesso alle cure.

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Per promuovere la consapevolezza, sono stati creati e resi disponibili volantini, fumetti e cronache audio per comprendere il processo di screening. Tra gli altri supporti informativi e contenuti, Inca trasmette sul proprio canale YouTube anche un film d’animazione dal titolo: “Screening del cancro della cervice: perché, per chi, quando, come? “.

La maggior parte dei tumori evitati grazie all’esame

Lo screening consiste in un campione della cervice volto a rilevare il più presto possibile le cellule anomale o la presenza del papillomavirus umano. Per le donne tra i 25 e i 30 anni raccomandano le autorità sanitarie “effettuare un test di screening ogni 3 anni, dopo 2 test normali effettuati a distanza di un anno”.

Per le donne sopra i 30 anni e fino ai 65 anni si consiglia di sottoporsi al test ogni cinque anni. Questo esame può essere effettuato da diversi professionisti sanitari, come ostetriche o medici di medicina generale.

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È anche possibile sottoporsi a un esame nei centri sanitari o in alcuni laboratori dietro prescrizione. In definitiva, l’obiettivo di partecipazione fissato dalla strategia di lotta contro il cancro dell’Inca è del 70%. Secondo l’istituto, questo screening regolare preverrebbe 9 tumori su 10.

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