Vero o falso. I primi raggi del sole possono provocare allergie?

Vero o falso. I primi raggi del sole possono provocare allergie?
Vero o falso. I primi raggi del sole possono provocare allergie?
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l’essenziale
Questo è tutto ! Il bel tempo è finalmente arrivato, ma arriva con il suo corteo di piccoli inconvenienti… Perché lo sapevi? Le prime esposizioni al sole possono innescare le lampadine estive. Si tratta di reazioni cutanee allergiche lievi ma molto spiacevoli.

In primavera e all’inizio dell’estate la prima esposizione al sole è sinonimo di arrossamenti e talvolta anche di prurito intenso. Dobbiamo vederla come una semplice scottatura del primo giorno oppure come una vera e propria allergia?

«Si tratta sicuramente di allergie da non confondere con le scottature solari», spiega il professor Christophe Bédane, dermatologo e membro della Società francese di dermatologia (SFD). Stiamo parlando di sfoghi estivi benigni e non sono così rari perché possono colpire al 10% della popolazione. Colpiscono soprattutto le donne giovani con predisposizione alla pelle chiara o molto chiara. Queste reazioni cutanee, scatenate dai raggi UV, sono dovute ad un’allergia ad un cromoforo sconosciuto, presente nel sangue da alcuni anni , e che generalmente scompare dopo quattro o cinque anni. Per questo motivo questa allergia non è permanente.

Toppe rosse sullo scollo e sulla parte superiore della schiena

Sebbene sia completamente benigna, rimane molto sgradevole, soprattutto perché provoca molta orticaria. Si verifica più spesso in aree del corpo che non sono esposte regolarmente, come la scollatura e la parte superiore della schiena, e si verifica nelle ore successive all’esposizione.

“Per proteggersi da questo, è necessario privilegiare un’esposizione graduale; ad esempio, 15 minuti il ​​primo giorno, poi 30 minuti, poi 1 ora evitando l’esposizione nelle ore più calde, tra le 12:00 e le 16:00”, consiglia il dermatologo. Il tutto senza tralasciare la protezione: cappello, maglietta, occhiali da sole e protezione solare ad alto indice UV, pari a 50.

Infine, per i casi più invalidanti, è possibile effettuare la desensibilizzazione che consiste in alcune sedute UV sotto controllo dermatologico all’inizio della primavera.

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