La zanzara tigre si è installata “in modo permanente e irreversibile” nella Charente-Maritime

La zanzara tigre si è installata “in modo permanente e irreversibile” nella Charente-Maritime
La zanzara tigre si è installata “in modo permanente e irreversibile” nella Charente-Maritime
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La zanzara tigre continua a stabilirsi nella Charente-Maritime, dipartimento ormai considerato “colonizzato” dall’Agenzia Regionale Sanitaria (ARS) della Nouvelle-Aquitaine. Dalla sua prima apparizione confermata a Saintes nel 2018, i ditteri si sono insediati “in modo permanente e irreversibile” in 78 comuni dove vive il 58% della popolazione totale della Charente-Maritime. Nel 2023, Aedes albopictus è stato così individuato a Marans, Surgères, Aytré o Pons per citare solo queste comunità. Originaria del Sud-Est asiatico, la zanzara tigre ha completato lo scorso anno anche la colonizzazione dell’isola di Oléron e del litorale di Royan. Nel 2021 sono stati colpiti solo cinque comuni.

59 trappole

Nel 2022 il dittero di dimensioni inferiori a 5 mm aveva già conquistato 32 comuni. L’ARS continua la missione di sorveglianza nel dipartimento come altrove nella Nuova Aquitania. La zanzara tigre contribuisce infatti a trasportare i virus dengue, chikungunya e zika. I 22 casi registrati lo scorso anno in Charente-Maritime erano tutti importati, precisa l’ARS, che ha effettuato 41 indagini entomologiche e 9 trattamenti di controllo dei vettori per prevenire qualsiasi diffusione di questi virus.

Affidato al consiglio dipartimentale della Charente-Maritime, il monitoraggio della zanzara bianca e nera viene effettuato utilizzando una rete di 59 trappole nidificanti distribuite su tutto il dipartimento. Nel 2023, il 27% di essi ha rivelato la presenza del dittero. Le segnalazioni dei privati ​​– possibili online a questo indirizzo – hanno permesso di identificare anche la zanzara tigre in più di cento casi.

Sulla scala della Nuova Aquitania, Aedes albopictus è oggi attivo in undici dipartimenti e 920 comuni, accogliendo il 64% della popolazione regionale. Solo la Creuse è ancora risparmiata, rileva l’Ars.

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