Spesso infortunato negli ultimi mesi o anche nelle ultime stagioni, Matthias Haddad è riuscito a continuare l'inizio dell'anno e ha già giocato sei delle nove partite a La Rochelle. Sabato contro lo Stade Français ha giocato un'ottima partita.
La sua piccola golosità post-rivolta, quando non ha lasciato cadere la palla a terra prima di partire, seguita subito da un tiro in avanti preso di fronte, trasformato in punti dal Paris, avrebbe potuto chiaramente metterlo fuori gioco, mezz'ora di giocare. Di ritorno da un mese di assenza, Matthias Haddad-Victor ha offerto sabato una prestazione brillante, capace di sancire il suo graduale ritorno alla ribalta, dopo due anni di spiacevoli traversie tra operazioni al ginocchio, ricadute e traumi cerebrali.
La caravella di La Rochelle aveva bisogno di un numero 8 in assenza – per diverse uscite – di Alldritt, Boudehent e Cancoriet? Il nativo di La Rochelle, che ancora adolescente aveva attirato molto presto l'attenzione dell'allenatore dei Blues, Fabien Galthié, ha raccolto la sfida come aveva fatto appena due anni fa. Lo ha fatto nell’ombra – come dimostrano i suoi contrasti al 100% (nove su nove) – così come in attacco poiché ne ha “rotti” tre. Si è anche mosso senza battere ciglio ai quattro angoli del campo. “Ha guadagnato tanti metri in attacco, deve essere contento della sua bella prestazione nel numero 8”giudica l'allenatore marittimo Donnacha Ryan.
E l'interessato è d'accordo, tutto sorride : “Mi piace questo ruolo, c'è molta responsabilità, possiamo divertirci di più. È un aspetto un po' diverso del gioco e mi fa sempre piacere poter portare palloni, placcare, giocare a Rugby, è un piacere essere in campo e posso prendere qualsiasi numero, non mi interessa!” Doppio campione del mondo giovanile, Haddad-Victor sbaglierebbe a privarsene, dato che ha tanto tempo da recuperare.
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