Il presidente conservatore della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, ha dichiarato la legge marziale, accusando il blocco di sinistra che controlla l’assemblea nazionale di simpatie nordcoreane e di complottare una ribellione.
Yoon, un ex procuratore capo dalla linea dura, ha dichiarato martedì in un discorso televisivo a tarda notte che “eliminerà le forze antistatali il più rapidamente possibile e normalizzerà il paese”.
L’agenzia di stampa affiliata allo stato Yonhap ha affermato che l’esercito del paese ha vietato i partiti politici e le attività parlamentari.
Yoon si è anche impegnato a “sradicare le forze filo-nordcoreane e a proteggere l’ordine democratico costituzionale”, ma non ha spiegato come verrà applicata la legge marziale.
Ha chiesto al popolo sudcoreano di credere in lui e di tollerare “alcuni inconvenienti” accusando l’opposizione di tramare una ribellione.
In risposta, i leader dell’opposizione hanno convocato i legislatori in parlamento e hanno denunciato la dichiarazione della legge marziale come incostituzionale.
Yoon è stato in contrasto con la maggioranza dell’opposizione in parlamento, che la scorsa settimana ha votato per tagliare quasi 3 miliardi di dollari dalla sua proposta di bilancio per il 2025, una mossa vista come un tentativo di tenere a freno la presidenza.
Accusando Yoon di tendenze autoritarie, i partiti di sinistra hanno concentrato i tagli proposti sulla carica di presidente, sui procuratori nazionali e sulla polizia.
Martedì dopo la dichiarazione, la valuta sudcoreana è crollata al minimo di due anni. Il won è sceso dell’1,4% rispetto al dollaro a 1.423,9, il livello più debole da novembre 2022.
Il People Power Party di destra di Yoon ha subito una clamorosa sconfitta per mano della sinistra nelle elezioni parlamentari di aprile. Nell’ultimo anno il presidente si è scontrato anche con il leader del PPP Han Dong-hoon, aumentandone l’isolamento.
Dopo la dichiarazione della legge marziale, Han si è unito all’opposizione nel denunciare la mossa di Yoon.
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