Davanti e dietro la macchina da presa, Michel Blanc, scomparso all’età di 72 anni, ha avuto una carriera prolifica nel cinema, ottenendo il successo di pubblico con i comici “Bronzés” prima di ampliare il suo raggio d’azione con “Tenue de soir”. Se dovessi ricordartene solo sei, eccoli qui.
I “Bronzé” (1978, 1979, 2006)
La troupe Splendid traspone al cinema il suo successo di caffè-teatro (“Amour, coquillages et crostacei”) con “Les Bronzés”, diretto da Patrice Leconte. Grande successo poi ancora più grande, un anno dopo, con “Les Bronzés sont du ski”. Due film diventati cult.
Accanto a Jugnot, Balasko, Clavier, Lhermitte e Chazel, il pubblico scopre Michel Blanc nei panni di Jean-Claude Dusse, il debole calvo e flirt fallito le cui battute sono tramandate ai posteri.
Generazioni hanno riso quando hanno sentito “Dimentica che non hai alcuna possibilità, vai avanti, provaci! Non si sa mai, un malinteso potrebbe funzionare” o anche “Alla fine, se fossi allo stremo delle forze, potremmo considerare di concludere?” “
L’allegra banda si ritrova quasi 30 anni dopo in “Les Bronzés 3”. Il film ritrova sicuramente il suo pubblico (più di 10 milioni di entrate) ma la magia non c’è più. Michel Blanc ammette modestamente che questo non è quello che “ha fatto meglio”.
È morto l’attore e regista Michel Blanc, indimenticabile Jean-Claude Dusse in Les Bronzés
“Camminando nell’ombra” (1984)
Il primo dei cinque film da lui diretti. Senzatetto tornato in Francia, Denis (Michel Blanc), eterno lamentatore ipocondriaco, vuole tornare alla musica con il suo amico avventuriero, il bel ragazzo François (Gérard Lanvin).
Nonostante l’enorme successo di critica e di pubblico (sei milioni di spettatori), questo film segna per lui “la fine di un ciclo”. “Fino a “Walk in the Shadow” sono rimasto dov’ero, poi mi sono detto che era il modo migliore per non nuotare mai bene…”
Ha aspettato dieci anni per tornare dietro la macchina da presa con “Grosse Fatigue” (1994), in cui interpretava un suo ruolo e che ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes.
Poi sono arrivati “Mauvaise Passe” (1999), il vaudeville “Bacia chi vuoi” (2002) e il suo seguito “See how we dance” (2018).
“Abbigliamento da sera” (1986)
Una svolta decisiva nella sua carriera. Michel Blanc prende il suo pubblico con il piede sbagliato cambiando completamente registro davanti alla macchina da presa di Bertrand Blier. “Passare dal piccolo flirt coi baffi alla francese al ragazzo che si fa scopare da Depardieu, è rischioso!”
Si muove nei panni di Antoine, che lascia la moglie per entrare in una relazione con Depardieu e finisce per scherzare con lui travestito. Scommessa vinta con il premio interpretazione a Cannes.
“Il mio amico, mio fratello, il mio compagno”: una pioggia di omaggi dopo la scomparsa di Michel Blanc
“Il signor Hire” (1989)
Trasforma il saggio mostrando la portata del suo talento e della sua capacità di interpretare film drammatici in questo remake (firmato Patrice Leconte) di “Panique” di Julien Duvivier, tratto da Georges Simenon.
Nel ruolo del protagonista, Michel Blanc è questo voyeur inquietante e infelice, ingiustamente accusato di un crimine.
Un grande successo, soprattutto a livello internazionale, che gli è valso definitivamente il diritto di essere considerato un giocatore completo.
“Ti trovo molto bello” (2005)
Quando Isabelle Mergault gli ha chiesto di interpretare un contadino vedovo in cerca di moglie, non ha esitato un secondo. Il pubblico seguì e il film ebbe un grandissimo successo.
Interpreta Aymé, un uomo dal cuore arido che va in Romania per trovare una compagna. Senza impegnarsi affettivamente e soprattutto per portare manodopera per la sua azienda agricola. Ma si ritrova intrappolato nell’amore.
“In metro la gente mi diceva “adoravamo questo personaggio””. Al Festival di Cabourg, Michel Blanc è stato addirittura incoronato… “attore romantico dell’anno”.
“L’esercizio dello Stato” (2011)
Michel Blanc è Bernard, un vecchio veterano dei gabinetti ministeriali che assiste un ministro (Olivier Gourmet) alle prese con emergenze quotidiane e un dossier esplosivo, in uno Stato che divora coloro che lo servono.
Nuovo personaggio contro il lavoro, quello di un uomo impassibile e sicuro di sé in questo thriller politico.
Già nominato quattro volte al César del miglior attore, ha vinto il suo primo film in un ruolo secondario.
Con l’AFP