Se sbatti il mignolo del piede contro l’angolo di un tavolo o ti rompi il polso, è probabile che sussulti dal dolore (e molto probabilmente imprechi).
Ciò è naturale, poiché l’espressione facciale gioca un ruolo centrale nel comunicare questa spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva. Ad esempio, ci permette di far sapere alle persone intorno a noi che proviamo dolore e che potremmo aver bisogno di aiuto.
I processi neurali associati a questa manifestazione non verbale rimangono poco studiati, sebbene siano considerati un importante vettore dell’esperienza del dolore. È per questo motivo che Marie-Eve Picard, dottoranda nel laboratorio di Pierre Rainville, professoressa alla Facoltà di Odontoiatria dell’Università di Montreal e ricercatrice presso il Centro di ricerca dell’Istituto universitario di geriatria di Montreal.
In un nuovo studio, questi scienziati hanno dimostrato che è possibile prevedere l’espressione facciale causata dalla stimolazione dolorosa dell’attività cerebrale. Nello specifico, i loro risultati rivelano che i meccanismi neurali legati all’espressione facciale del dolore sono parzialmente distinti da quelli associati ad altre manifestazioni del dolore, come i resoconti verbali soggettivi dell’intensità percepita.
Analisi dei muscoli facciali
Marie-Eve Picard
Credito: cortesia
Marie-Eve Picard e i suoi colleghi hanno progettato un modello neurobiologico in grado di prevedere l’espressione facciale causata dalla stimolazione dolorosa. Questa firma cerebrale è stata sviluppata utilizzando algoritmi di apprendimento automatico alimentati da dati di imaging cerebrale a risonanza magnetica.
Per raggiungere questo obiettivo, è stato applicato uno stimolo termico doloroso a volontari sani e l’espressione facciale è stata misurata utilizzando il Facial Action Coding System. Questo strumento standardizzato analizza i movimenti facciali in base ai possibili movimenti di diversi gruppi di muscoli facciali.
L’attivazione di ciascun gruppo si traduce in un cambiamento distintivo nell’espressione facciale. Nel caso dell’espressione fisica del dolore vediamo, ad esempio, un abbassamento delle sopracciglia, un innalzamento delle guance, un arricciamento degli occhi e del naso e un innalzamento del labbro superiore.
Per una valutazione più precisa
Questo studio evidenzia l’esistenza di una rappresentazione cerebrale predittiva delle risposte facciali legate al dolore. “L’importanza dell’espressione facciale nella valutazione del dolore è spesso sottovalutata rispetto al ruolo che l’espressione facciale gioca nelle interazioni sociali. Tuttavia, secondo i nostri risultati, questa misura comportamentale nell’esperienza del dolore sarebbe complementare ai resoconti verbali dell’intensità percepita”, spiega Marie-Eve Picard.
In un contesto clinico, prosegue il dottorando, è importante valutare accuratamente il dolore dei pazienti per poi gestirlo adeguatamente. Questa ricerca si basa quindi sulla convinzione che il dolore sia multidimensionale e che sia utile tenere conto delle sue diverse manifestazioni per determinarne meglio la gravità.
Se questi risultati approfondiscono la conoscenza sui meccanismi cerebrali del dolore e della comunicazione non verbale, sarà necessario condurre ricerche future per testare la loro generalizzabilità, come ad esempio la loro applicazione a contesti di dolore cronico.
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