Sulla base di numerose osservazioni del Sistema Solare, tra cui altre, “effettuate al radiotelescopio ALMA, di dischi di detriti extrasolari”, il gruppo di ricerca, guidato da un astronomo dell’Osservatorio di Parigi – PSL del Laboratorio per lo Spazio Studi e Strumentazione in Astrofisica, ha evidenziato “un nuovo potenziale meccanismo per portare l’acqua sulla Terra, offrendo una prospettiva promettente rispetto alle teorie precedenti”, si legge in un comunicato dell’ osservatorio francese.
“L’acqua è un elemento essenziale per la vita sulla Terra; Tuttavia, gli scienziati ritengono che la giovane Terra ne fosse priva quando si formò. Situato troppo vicino al Sole, il nostro pianeta sarebbe stato troppo caldo per trattenere l’acqua nella sua origine. Le teorie attuali suggeriscono quindi un afflusso di acqua dall’esterno, avvenuto durante i primi 100 milioni di anni di storia terrestre», nota il testo, che ricorda che fino ad ora la teoria dominante ipotizzava che corpi ghiacciati, simili a comete, avessero colpito la Terra , portando acqua.
Tuttavia, secondo lo studio, questo scenario richiede una “partita di biliardo” cosmica, “dove complessi meccanismi dinamici inviano questi oggetti ghiacciati verso la Terra, in un momento preciso e in quantità sufficiente”.
A dir poco “casuale”, questo scenario viene messo in dubbio quanto “alla sua robustezza, e alla sua universalità in tutti i sistemi extrasolari”, stimano i ricercatori che, sulla base di dati precisi provenienti da misurazioni isotopiche effettuate nell’atmosfera della Terra, così come le recenti osservazioni di asteroidi (in particolare i risultati di missioni spaziali che si sono avvicinate agli asteroidi come Hayabusa 2 e OSIRIS-REx), propongono un nuovo modello dell’evoluzione della cintura di asteroidi, che “potrebbero essere impostati e poi testati su dati terrestri”.
“Inoltre, utilizzando il radiotelescopio ALMA, sono state effettuate osservazioni di dischi extrasolari, relativi alla nostra fascia di asteroidi, per testare l’universalità di questo nuovo meccanismo di approvvigionamento idrico; “questo potrebbe essere potenzialmente applicato con successo a una varietà di sistemi extrasolari”, afferma la dichiarazione.
Il nuovo studio propone quindi “un meccanismo alternativo, meno casuale e che non richiede impatti diretti con la Terra”.
“Se, come pensiamo oggi, gli asteroidi si formarono, congelati, in un freddo disco primordiale, allora quando questo giovane disco scomparve, gli asteroidi, riscaldandosi, rilasciarono gradualmente il loro ghiaccio sotto forma di vapore. Questo vapore acqueo ha poi formato un nuovo disco composto principalmente da acqua che circonda la fascia degli asteroidi e orbita attorno al Sole”, spiega l’Osservatorio di Parigi.
E aggiungeva: “sotto l’effetto di forze dinamiche, questo disco di vapore acqueo si è gradualmente espanso, raggiungendo infine i pianeti interni del Sistema Solare, compresa la Terra. Quando si sono trovati in questo bagno di vapore acqueo, i pianeti sono riusciti a catturarne una parte, contribuendo così alla formazione degli oceani”.
Questo meccanismo permette anche di spiegare, secondo la stessa fonte, la presenza di acqua su altri pianeti del Sistema Solare. Probabilmente avrà una portata universale, “offre una strada promettente per identificare esopianeti in grado di ospitare acqua e, potenzialmente, vita”, conclude l’osservatorio francese.