Atos cade nelle mani dei suoi creditori

Atos cade nelle mani dei suoi creditori
Atos cade nelle mani dei suoi creditori
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E ‘fatto. Né David Layani né Daniel Kretinsky salveranno Atos: i creditori che ne sopportano 4,8 miliardi di euro di debito hanno deciso di portare a termine da soli la ristrutturazione finanziaria.

Secondo le nostre informazioni, nella notte tra sabato e domenica è stato raggiunto un accordo di principio tra le banche e gli obbligazionisti del gruppo alla deriva di 94.000 persone per ristrutturare il debito…. e quindi alla fine prendere il controllo. Solo una banca questa domenica mattina non aveva ancora dato il via libera definitivo, secondo fonti della Deutsche Bank. “È solo questione di ore ormai”, dice una fonte.

Abbandonati dal maggiore azionista di Atos e dai suoi nuovi alleati di fronte all’offerta del miliardario ceco Daniel Kretinsky, i creditori hanno preferito portare a termine da soli il salvataggio. “Non abbiamo bisogno di nessuno”, insistono ormai da settimane gli obbligazionisti guidati da DE Shaw, Boussard & Gavaudan, Tresidor, Syquant, SPG, Fidera, Blackrock e AG2R. Oggi non più di prima”.

Il vantaggio di integrare David Layani nell’offerta è stata la sua esperienza operativa, hanno spiegato. “Non avevamo bisogno dei suoi soldi. Le società di headhunting sono al lavoro da settimane per rafforzare la governance», dice una persona vicina alla questione.

Aumento di capitale

Infatti, dal primo azionista di Atos, che ha appena lasciato il consiglio d’amministrazione e ha annunciato di voler uscire dal capitale, si prevedeva che apportassero solo 175 milioni di euro di nuovo denaro rispetto al 21% di Atos. Una goccia che fa traboccare il vaso vista la massa di debito da cancellare e la nuova liquidità necessaria.

Nell’ultima versione della loro offerta, i creditori erano pronti a convertire in capitale 2,9 miliardi di euro di debito, a reintegrare 1,5 miliardi di debiti e 75 milioni di capitale. Restava quindi da trovare una soluzione per i 175 milioni che il primo azionista di Atos, insieme a Butler ed Econocom, non ha voluto prevedere in un dietrofront definitivo, una volta scelto dall’amministratore giudiziario e dal consiglio di amministrazione dell’Atos.

“I parametri dovevano essere adeguati. L’aumento di capitale dovrebbe essere aperto a tutti gli azionisti”, indica una fonte, mentre è stata annunciata una “massiccia diluizione”.

Porta aperta a terzi

Per il gigante informatico si tratta quindi di un nuovo “finanziatore guidato” (acquisizione da parte dei creditori nel corso di una ristrutturazione mediante conversione del debito in capitale), questa volta gigante, che sta emergendo dopo i precedenti CGG, Europcar, Saur o Vallourec.

“L’importante è trovare un accordo con i creditori. In secondo luogo, se necessario, un industriale potrebbe benissimo unirsi con il capitale”, confida una fonte. “Lasciamo spazio a chiunque voglia partecipare alla nostra transazione”, dice un altro.

Sarà sufficiente? “Il piano dovrà infine dimostrare in tribunale che i soldi rimasti nel gruppo possono coprire l’onere finanziario. È qui che cadrà il verdetto”, indica una persona a conoscenza della questione che prevede settimane ancora agitate. La corsa contro il tempo resta aperta per Atos.

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