La Francia anti-estrema destra scende in piazza

La Francia anti-estrema destra scende in piazza
La Francia anti-estrema destra scende in piazza
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Una folla impressionante si è radunata sabato pomeriggio per le strade di Parigi, per dire no all’estrema destra.

AFP

Diverse decine di migliaia di oppositori dell’estrema destra hanno marciato sabato in tutta la Francia su appello di sindacati, associazioni e del Nuovo Fronte Popolare, l’unione dei partiti di sinistra.

Secondo la CGT, 640.000 manifestanti hanno marciato in Francia, di cui 250.000 a Parigi. Nella capitale la questura ha contato 75mila manifestanti.

Da Bayonne a Nizza, da Vannes a Reims, la popolazione si è mobilitata contro la prospettiva di una vittoria del partito di estrema destra, il Raggruppamento Nazionale (RN), alle elezioni legislative con l’ipotesi dell’arrivo del suo presidente, Jordan Bardella, alla carica di Primo Ministro.

“Adesso può succedere”

“Pensavo che non avrei mai visto l’estrema destra salire al potere e ora potrebbe succedere”, teme Florence, 60 anni, allenatrice che marcia a Parigi.

I raduni si sono svolti a Lille, Bordeaux, Clermont-Ferrand e Marsiglia, per citare solo le città più grandi del paese. A Lione la manifestazione è prevista per domenica.

Nella folla riunita a Marsiglia c’erano soprattutto giovani, ma anche molte famiglie accorse con bambini e qualche anziano. I manifestanti brandivano bandiere francesi, alcune ricoperte da slogan come “amiamo la Francia, non R’Haine” o “Non c’è bisogno di votare RN per amare la Francia”.

Pochi traboccamenti

I cortei si sono svolti in gran parte in modo pacifico, a parte qualche breve episodio di tensione a Rennes dove alcune decine di antifascisti sono stati respinti dalla polizia con gas lacrimogeni. A Parigi, gli arredi urbani sono stati danneggiati e una filiale di banca è stata presa di mira da manifestanti con il volto coperto da passamontagna. La polizia è stata anche bersaglio di lanci di bottiglie a cui ha risposto con gas lacrimogeni.

Ovunque in Francia, nei cortei risuonavano slogan: “La gioventù fa incazzare il Fronte Nazionale”, “Nessun quartiere per i fascisti, niente fascisti nei nostri quartieri” o “Bardella fuori da qui, la Repubblica non è in Te”.

«La situazione è grave, dobbiamo intervenire», spiega Gauvin, studente di 20 anni. “Sono qui per difendere i diritti delle donne, l’uguaglianza tra i popoli, anche l’ecologia”, dice Marie, 58 anni, impiegata nell’Istruzione nazionale.

Danneggiata la parte anteriore sinistra

I dirigenti della sinistra erano in testa al corteo parigino ma non hanno detto una parola sulle profonde divergenze che scuotono il Nuovo Fronte Popolare, dopo la decisione della France insoumise (LFI) di non reinvestire diversi esponenti contrari a Jean -Luc Mélenchon. “Un’epurazione”, secondo uno dei candidati estromessi, un altro accusa Jean-Luc Mélenchon di “regolare i conti”.

“Siamo pronti, abbiamo fatto (l’unione), nessuno ci credeva”, “vi restituiremo la fiamma. E non quella del Fronte Nazionale, quella che estingueremo”, ha lanciato il capo degli ecologisti Marine Tondelier.

“Ci sono differenze tra noi, ma quando è in gioco l’essenziale, non abbiamo il diritto di fare altro che unirci”, ha aggiunto il capo dei socialisti, Olivier Faure.

“Stiamo scrivendo la storia”, assicura Mathilde Panot, amica intima di Jean-Luc Mélenchon.

Il RN in testa, dicono i sondaggi

Sbalordita dopo l’annuncio a sorpresa dello scioglimento di Emmanuel Macron, la maggioranza è passata all’offensiva con il primo ministro Gabriel Attal, che sabato ha condotto una campagna elettorale nel suo collegio elettorale, dove ha promesso di “non arrendersi”.

Secondo un sondaggio di OpinionWay pubblicato su Sabato per “Gli echi”.

Da venerdì, inoltre, Jordan Bardella ha scelto di fare del Nuovo Fronte Popolare il suo obiettivo numero uno.

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