Successivamente è stata aperta un’indagine “trasmesso sui social network un video di mutilazione di un corpo umano da parte di individui vestiti con uniformi militari delle forze armate nazionali (FAN)” del Burkina Faso, ha indicato lo stato maggiore, domenica 10 novembre, in un comunicato stampa. “I servizi competenti sono stati contattati per accertare l’autenticità e l’origine di questo video, nonché l’identità delle persone interessate in modo che possano essere ritenute responsabili delle loro azioni, se i fatti saranno provati”ha continuato. Nel video nulla permette di identificare il luogo, la data o gli attori, alcuni dei quali indossano uniformi militari.
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A luglio, l’esercito burkinabe ha condannato gli atti di mutilazione di cadaveri visti nei video ampiamente diffusi sui social network, perpetrati da persone sospettate di essere soldati e Volontari per la Difesa della Patria (VDP, ausiliari civili). L’esercito del Mali si è distinto anche da un video che mostra atti simili di uomini con l’uniforme e le insegne delle Forze Armate maliane (FAMa).
“Questo atto indicibile è contrario ai valori militari e morali instillati nel personale della FAN e del VDP e trasgredisce le regole di ingaggio delle unità sul terreno”ha indicato domenica lo stato maggiore. Secondo lui, “tutte le operazioni di riconquista del territorio nazionale vengono condotte nel massimo rispetto dei diritti umani”.
Regolarmente accusato di esecuzioni extragiudiziali, l’esercito burkinabe le ha sempre negate, additando talvolta gruppi armati che utilizzano attrezzature militari. Human Rights Watch ha criticato più volte l’esercito. Ad aprile, la ONG l’ha accusata di aver giustiziato almeno 223 civili, tra cui 56 bambini, alla fine di febbraio, nel nord del Paese.
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Il Burkina Faso, governato da un regime militare, sta affrontando attacchi jihadisti mortali. Dal 2015, questa violenza attribuita ai movimenti armati affiliati ad Al-Qaeda e al gruppo Stato Islamico (IS) ha causato la morte di oltre 26.000 persone, di cui oltre 13.500 dal colpo di stato del settembre 2022 che portò il capitano Ibrahim Traoré al potere. Hanno inoltre causato più di 2 milioni di sfollati interni. Ibrahim Traoré aveva promesso di fare sua la lotta al terrorismo “priorità”.
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