È allo studio la creazione di un centro bancario e finanziario pubblico

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Menzionata per la prima volta nell’ambito del PLF 2022, poi messa da parte, la creazione di una piazza bancaria e finanziaria pubblica torna al centro della scena. L’informazione ci viene confermata dal ministro delle Finanze, Nadia Fettah, la quale afferma che questa opzione è allo studio. Le istituzioni interessate rappresentano una massa finanziaria colossale e ciascuna ha obiettivi e ambizioni diverse. Riunirli in un centro centralizzato non sarà facile.

In un’intervista a Médias24, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Nadia Fettah, ha precisato che è in corso l’esame dell’opportunità di creare un centro bancario e finanziario pubblico.

“La creazione di un centro bancario e finanziario pubblico potrebbe così favorire l’emergere di soggetti attivi nello sviluppo dei territori, al servizio dell’inclusione finanziaria, e garantire un migliore sostegno agli obblighi di servizio pubblico e alle missioni di interesse generale svolti dai PEE in questo settore”, spiega.

La dichiarazione del ministro porta in primo piano il progetto presentato nel 2022 a margine del PLF e da allora taciuto. Non avremo ulteriori dettagli sull’argomento.

Ci sono però due elementi da ricordare. L’idea è molto presente ed attuale ed è in fase di studio. In questa fase nulla è filtrato sul progetto di raggruppamento, se coinvolgerà tutti gli attori pubblici di questo settore o solo alcuni.

In attesa di avere maggiori dettagli sull’architettura di questo futuro centro bancario e finanziario pubblico, cosa sappiamo degli enti partecipati dallo Stato?

La partecipazione statale al settore finanziario è numerosa. Quelli attualmente inclusi nel portafoglio “finanza, investimenti e banche” dell’ANGSPE sono: Crédit Agricole du Maroc (CAM), la Società Nazionale di Garanzia e Finanziamento delle Imprese (Tamwilcom), la FEC e il CDG attraverso di essa il CIH, Barid Al-Maghrib (Poste Maroc) e la sua controllata Al Barid Bank.

In questo stesso campo di attività, ANGSPE comprende attori di investimento come FM6I, il fondo Hassan II, Ithmar Capital, Asma invest, SMIT, Morocco Investissement Authority (MIA).

Se sulla carta l’idea è in fase di studio e ha un senso, questo lavoro non sarà facile da portare a termine. In primo luogo, data l’importanza delle strutture coinvolte, la complessità del settore di attività e la sensibilità di alcuni attori. Ma soprattutto la complessità sarà trovare una coerenza complessiva nel futuro centro.

Se ci riferiamo direttamente alle parole del ministro, l’obiettivo primario di questo centro sarebbe “lo sviluppo dei territori, per essere al servizio dell’inclusione finanziaria, e per garantire un migliore sostegno agli obblighi di servizio pubblico e alle missioni di interesse generale” .

Ognuna di queste missioni è svolta da un attore. Ad esempio, il CAMERA è una banca universale che ha due missioni: una prima funzione di banca commerciale che raccoglie depositi e finanzia imprese e privati ​​come qualsiasi altra banca, e una seconda che è quella di banca del mondo agricolo e rurale.

Banca Al Baridnata come strumento di inclusione finanziaria, è una banca sostenuta da Poste Maroc che sfrutta i famosi conti postali e la grande capillarità di questa rete.

CDG, una holding nell’holding dalle molteplici sfaccettature e mission. Tiene il CIH che è una banca con buoni fondamentali, quotata in borsa, con requisiti di redditività che la pongono sullo stesso piano di qualsiasi altra banca commerciale privata.

Come riunire tutti questi attori? Nel 2022 i documenti del PLF si riferivano a questo progetto in questi termini: “il ccreazione di un centro finanziario pubblico grazie a ad una fusione tra istituti finanziari e bancari pubblici, parallelamente ad a riformulazione della strategia CDG e revisione della sua governance”.

In questa fase non si tratta di una fusione tra gli attori del settore, ma di un riavvicinamento. Forse lo schema più fattibile sarebbe simile a quanto fatto nel settore portuale (Tangeri Med – Marsa Marocco) o nel settore audiovisivo. Trasferire i vari beni ad una holding. Nel primo caso, le azioni detenute dallo Stato sono state trasferite a Tanger Med, apportando alle casse del Tesoro oltre 5 miliardi di dirham.

Per il centro audiovisivo pubblico previsto quest’anno, i lavori sono iniziati nel 2021. L’idea è la stessa, trasferire i vari attori del settore alla SNRT che alla fine sarà la holding capofila proprietaria di tutti i canali pubblici. In questo settore, a priori meno complesso di quello finanziario, gli accordi finanziari e giuridici (ricapitalizzazione, trasferimento di azioni, decreti, ecc.) hanno richiesto tempo e l’operazione non è ancora stata completata.

Pertanto, la complessità rischia di aumentare per gli istituti che operano nel settore finanziario con normative specifiche.

Si noti che, al di là della sua complessità, la logica economica e finanziaria deve ancora essere dimostrata agli occhi di alcuni attori del mercato. Discutendo di questo progetto nel 2021, un banchiere d’investimento ci ha detto: “Nella finanza, quando vogliamo realizzare un’operazione di riorganizzazione di un portafoglio di aziende, o di effettuare riconciliazioni, questa deve rispondere a un obiettivo preciso. Nel mercato non bancario settori, la logica della razionalizzazione delle spese, dell’efficienza operativa, della complementarità e del rafforzamento della redditività è ovvia. Ma nel portafoglio delle banche pubbliche, le cose non sono così evidenti. secondo me ha un senso.”

File da seguire…

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