Mame Thierno Ndiaye, uomo d’affari di 36 anni, è stato accusato da Nogaye Dièye, che gli aveva pagato 3,1 milioni di CFA per portare suo figlio negli Stati Uniti. Alla sbarra il pubblico ministero ha chiesto una condanna a due anni di cui uno fermo, mentre la parte civile ha chiesto ingenti danni. Tuttavia, prima ancora che iniziasse il dibattimento, la difesa aveva evidenziato “perfette violazioni dei diritti dell’imputato”.
Secondo L’AS, Me Assane Dioma Ndiaye ha sottolineato la custodia prolungata della polizia senza notifica al pubblico ministero, il che costituisce una violazione delle procedure legali. “Questa situazione è incomprensibile. Il mio cliente non ha guadagnato nulla da questa transazione. Potrebbe aver fallito, ma ciò non costituisce una frode”, ha affermato il signor Ndiaye. L’argomento colpì nel segno. Il tribunale ha accettato di rilasciare Mame Thierno Ndiaye, ritenendo che la procedura non fosse regolare.
La sentenza ha suscitato un misto di sollievo e stupore in aula, con importanti implicazioni per la comprensione dei diritti degli imputati. L’AS sottolinea che questo caso evidenzia potenziali carenze nelle indagini giudiziarie. Per Nogaye Dièye il risultato è tutt’altro che soddisfacente, ma per Me Ndiaye la giustizia ha prevalso.
“Una storia avvincente che rivela le complessità del nostro sistema giudiziario.”
Senegal