E se Kamala Harris fosse diventato presidente degli Stati Uniti? La rivista New Yorker, famosa per le sue grandi piume e disegni di copertura, rivela in una mostra a New York il suo più sorprendente, e quello che avrebbe accompagnato una vittoria per il democratico su Donald Trump il 5 novembre.
In questo dipinto prodotto dall’artista Kadir Nelson, quello che avrebbe potuto diventare la prima donna di colore e di origine asiatica ad entrare nella Casa Bianca pose come per un ritratto presidenziale. Ma l’originalità sta nel lungo cappotto che indossa, decorato con innumerevoli immagini di dimostrazioni o figure famose del movimento dei diritti civili e del Partito Democratico che si sarebbe fatto strada verso le funzioni più alte.
Sull’aspetto del mosaico, tra le altre cose, abolizionisti nati schiavi come Frederick Douglass (1818-1895) e Sojourner Truth (1797-1881), la cantante militante Nina Simone, la scrittrice afro-americana James Baldwin, Martin Luther King, poi il democratico democratico Presidenti Lyndon Johnson, Barack Obama, Joe Biden.
“L’artista aveva trascorso settimane su questo (…) Ho avuto l’immagine pronta per andare all’impressione e infine la sera delle elezioni che il mio capo (l’editore David Remnick) ha detto“ Bon ascolto, dimmi cosa faremo se faremo Trump è eletto “,” ha affermato il direttore artistico del New Yorker dal 1993, Françoise MoUly.
Come il piano B, ha optato per una silhouette molto buia e nebbiosa di Donald Trump che mangia l’intera pagina, un disegno crudo e “reattivo”, lavoro di Barry Blitt, sottolinea.
Il dipinto di Kadir Nelson, intitolato “Kamala”, è stato adornato da martedì le pareti della cerchia culturale francese The Alliance New York, come parte di una mostra che ritrae un secolo di storia della rivista attraverso i suoi, il marchio del nuovo Yorker.
Ritratti originali o scene di vita di New York, che sono ora disponibili in poster o in enigmi, sorprendenti illustrazioni di notizie, lotte per il matrimonio gay con gli attacchi l’11 settembre 2001, le copertine di New Yorker “sono fatte per durare», sottolinea Françoise Mouly.
La mostra sta lanciando una serie di eventi per celebrare il centenario della rivista.