arrestato un influencer algerino, invocava l’odio razziale e l’apologia dei crimini

arrestato un influencer algerino, invocava l’odio razziale e l’apologia dei crimini
arrestato un influencer algerino, invocava l’odio razziale e l’apologia dei crimini
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Jean-Marc Aubert

Pubblicato il

5 gennaio 2025 alle 19:13
; aggiornato il 5 gennaio 2025 alle 20:29

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E influenzatore sui social network tramite un video postato su Tok Tok, domiciliato in Montpellier e ricercato da questo sabato, in particolare per “apologia dei crimini, della tortura e della barbarie” è stato localizzato e arrestato questa domenica, 5 gennaio 2025, alle 16,30 dalla polizia, ha annunciato il ministro dell’Interno a fine pomeriggio, Bruno Retailleau sur X, ex Twitter.

È il terzo influencer algerino arrestato in pochi giorni, dopo Imad Tintin a Échirolles (Isère) e Zazou Youssef a Brest, per invita all’odio razziale. Seguito da 138.000 persone in poi Tik Tokil dirigente d’impresa di Montpellier Boualem N., soprannominato “doualemn”, soprannominato “Ami (zio) Boualem” è stato oggetto di indagini da parte della polizia nazionale e della polizia giudiziaria, sotto il controllo della procura di Montpellier.

Il video è stato notato da molti internauti, tra cui Chawki Benzehra, un attivista politico algerino rifugiatosi in Francia. L’influencer di Montpellier ha incitato ad atti di violenza, arrivando a chiedere l’uccisione di manifestanti algerini, in particolare di un giovane attivista, a causa della diffusione del suo video sui social network.

Su espressa richiesta della direzione interdipartimentale della polizia nazionale -DIPN 34-, Metropolitano non aveva annunciato sabato che questo residente di Montpellier era ricercato per non ostacolare le indagini condotte sui principali punti di contatto del sospettato, né per farle deragliare, dopo le rivelazioni della città di Montpellier. Questo sabato 4 gennaio 2025, infatti, il sindaco Michaël Delafosse aveva indicato sui social network di aver scritto al pubblico ministero di Montpellier “per denunciare appelli all’odio razziale e atti di tortura trasmessi sul social network Tik Tok e proveniente da un individuo residente a Montpellier. Questi commenti sono stati riportati e denunciati da diversi cittadini di Montpellier, profondamente scioccati dal contenuto dei messaggi”.

Secondo il sindaco “questi fatti possono essere legalmente qualificati come pubblica provocazione alla discriminazione, all’odio o alla violenza contro la persona e come apologia di crimini di tortura o barbarie”. Michaël Delafosse ha quindi chiesto al pubblico ministero di avviare un procedimento contro l’influencer di Montpellier tramite ilarticolo 40 del codice procedimento penale” in nome della “tranquillità pubblica e del rispetto dei valori repubblicani”.

Video: attualmente su Actu

> L’articolo 40 del codice di procedura penale prevede che il pubblico ministero riceva le denunce e le denunce e valuti il ​​seguito da impartire loro conformemente alle disposizioni dell’articolo 40-1: “ogni autorità costituita, ogni pubblico ufficiale o impiegato pubblico che, nell’esercizio delle sue funzioni, acquisisce la conoscenza di un reato o di un delitto è tenuto a darne notizia senza ritardo al pubblico ministero e a trasmettere a questo magistrato tutte le notizie, le segnalazioni e gli atti ad esso relativi.

Quello stesso sabato, anche il prefetto dell’Hérault, François-Xavier Lauch, ha annunciato su X di aver contattato la procura di Montpellier contro Boualem N: “Sono venuto a conoscenza di questo video alla fine della mattinata. Lei è intollerabile. Ho immediatamente contattato il pubblico ministero in base all’articolo 40, affinché si potesse procedere legalmente contro questi commenti. Agirò anche a livello amministrativo. »

Secondo le nostre informazioni, Boualem N., che non si trovava in una delle sue abitazioni, in particolare tra i settori di Arceaux e delle Cévennes, è stato arrestato “delicatamente” questa domenica alle 16,30, nel centro della città di Montpellier, luogo dove aveva un indirizzo.

48 ore di fermo di polizia

Secondo una fonte vicina alle indagini, all’età di 61 anni, è stato messo in custodia presso la stazione centrale di polizia per 48 ore per “provocazione pubblica e diretta e nessun seguito per commettere un reato”. Gli investigatori che effettueranno le indagini preliminari analizzeranno soprattutto le sue telefonate e il contenuto dei suoi computer. Questo martedì, 7 gennaio, sarà portato davanti al pubblico ministero che deciderà il seguito da dare a questo procedimento penale.

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