in custodia di polizia per aver minacciato di uccidere gli agenti di assistenza all'infanzia

in custodia di polizia per aver minacciato di uccidere gli agenti di assistenza all'infanzia
in custodia di polizia per aver minacciato di uccidere gli agenti di assistenza all'infanzia
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In un video su TikTok, quest’uomo ha denunciato la collocazione, secondo lui abusiva, di suo figlio, per poi attaccare l’istituzione, prima di dire: “Queste persone meritano di morire […]la sedia elettrica. » «Al rogo, questa gente, […] Voglio vederli bruciare”, ha aggiunto, rivelando i nomi di due agenti del Consiglio dipartimentale delle Landes.

“Il Consiglio dipartimentale non tollera alcuna intimidazione o minaccia nei confronti dei suoi agenti”

Tre denunce

Le due donne, così come un terzo agente, sarebbero state insultate al telefono anche da quest'uomo, secondo il Dipartimento, che ha sporto tre denunce. “Il Consiglio dipartimentale non tollera alcuna intimidazione o minaccia nei confronti dei suoi agenti. Ogni volta ci sarà una denuncia da parte della comunità”, risponde il direttore della comunicazione Lionel Niedzwiecki.

Questo video minaccioso è il primo, secondo lui, ma nel 2023 “un agente è stato oggetto di un commento molto violento su Google”, ha detto, aggiungendo che “è stato lungo e complicato” rimuoverlo.

Il video era però ancora online, nonostante una segnalazione al conduttore, TikTok, e a Pharos, la piattaforma nazionale dedicata al tracciamento dei contenuti illegali su Internet. “Questo non è normale. Scriveremo al proprietario cinese di TikTok, all'ambasciata cinese in Francia e a Xavier Niel, entrato a far parte del consiglio di amministrazione del proprietario di TikTok, affinché il video venga rimosso”, ha affermato Lionel Niedzwiecki.

Casi di violenza ai margini

Dipartimenti di Francia, un'associazione che riunisce 103 dipartimenti membri, riconosce che “esistono” “casi” di violenza contro gli agenti, ma aggiunge che rimangono “ai margini considerato il volume di bambini” affidati all'ASE e che sono si riferiscono più frequentemente all’“aggressività verbale”.

Da diversi anni, associazioni e professionisti del settore denunciano la mancanza di risorse e di personale, ritenendo di non essere più in grado di garantire la cura o il monitoraggio dei 380.000 bambini sottoposti a misura protettiva.

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