Meaux: una studentessa liceale di 15 anni violentata da un tunisino sotto OQTF

Meaux: una studentessa liceale di 15 anni violentata da un tunisino sotto OQTF
Meaux: una studentessa liceale di 15 anni violentata da un tunisino sotto OQTF
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I fatti sono atroci ma ormai così frequenti da non meritare nemmeno più di essere menzionati nella cronaca. Giovedì 27 giugno, un’adolescente di 15 anni ha vissuto una vera dura prova a Meaux, uscendo dal liceo e tornando tranquillamente a casa. Questa giovane donna ucraina è stata avvicinata da un individuo che, presumibilmente, le ha messo una mano sulla bocca prima di forzarla a entrare nel suo appartamento, situato in una strada tranquilla nel centro della città, e violentarla. Dopo l’aggressione, mentre il suo aguzzino stava facendo la doccia, la giovane vittima avrebbe avuto il coraggio di fuggire, senza dimenticare di portare con sé il passaporto dell’individuo. Ha poi trovato rifugio in un ristorante dove, in lacrime, ha potuto chiamare la madre mentre i residenti della zona contattavano la polizia. Presentando numerosi lividi e graffi, lo studente delle superiori è stato portato in ospedale. Il sospettato è stato arrestato e preso in custodia.

Deplorando che questa questione sia stata rivelata al grande pubblico “inopportunamente prematuramente”, la procura di Meaux ha poi diffuso un comunicato stampa confermando i fatti. Indica che a “Un’indagine palese sull’accusa di stupro” è stato effettivamente aperto e sarebbe necessaria la detenzione provvisoria nei confronti del sospettato. “Quest’ultimo, già condannato in particolare per atti di violenza sessuale e sottoposto a un OQTF, è stato arrestato ed è attualmente in custodia di polizia. »

Nel suo comunicato il pubblico ministero si guarda bene dal specificare un elemento: la nazionalità della persona indesiderata. Pensa che tutti lo avranno facilmente indovinato? Il magistrato non avrebbe tutti i torti. Non si tratta infatti né di un giapponese né di uno svedese, ma di un tunisino. Secondo le informazioni di Figaro, l’uomo non sarebbe del resto al suo primo tentativo. Oltre alle violenze sessuali per le quali il maghrebino è già stato condannato in passato, nel suo TAJ, il fascicolo per l’elaborazione dei casellari giudiziari, figurano ben 15 iscrizioni. Quante vittime sarebbero state risparmiate se l’OQTF fosse stato debitamente giustiziato?

Il silenzio delle femministe

Come al solito, le nostre combattenti femministe preferite sono assenti. La sicurezza delle donne non è più il loro argomento quando l’accusato sembra essere un migrante razzializzato. Non una parola di compassione sarà stata pronunciata da Raphaëlle Rémy-Leleu o Caroline De Haas. Anche Anne-Cécile Mailfert, presidente della fondazione femminile, si è dimenticata di condannare il rapimento e lo stupro della studentessa ucraina. Stesso silenzio da parte di Sandrine Rousseau, pur essendo una grande femminista davanti al Signore. Troppo occupato a fare altre cose, probabilmente? Si dice che le femministe abbiano paura, che siano preoccupate per il diritto fondamentale al controllo del proprio corpo, che questo diritto sarebbe più che mai minacciato. Solo che in questo caso si tratta del diritto di disporre del corpo di una quindicenne che è stato seriamente contestato e perfino violentemente negato giovedì scorso. È inutile sollevare la minaccia fantasma di una futura perdita delle libertà delle donne: la loro sicurezza è minacciata oggi.

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