Di fronte alla minaccia della censura, il rischio di una Francia senza bilancio

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Michel Barnier, all'Assemblea nazionale, a Parigi, il 19 novembre 2024. ALAIN JOCARD/AFP

Ci sarà un budget a Natale? L'ipotesi di una mozione di censura che nelle prossime settimane farebbe cadere il governo Barnier e lascerebbe la Francia senza bilancio per il 2025 comincia a essere presa molto sul serio.

Lo testimonia l'emozione di lunedì sui mercati finanziari. Gli investitori internazionali restano lì e nel pomeriggio il Tesoro ha raccolto senza drammi 8,3 miliardi di euro. Ma, di fronte alle turbolenze politiche, le banche ora chiedono tassi di interesse più alti per prestare denaro allo Stato francese. Il divario tra i tassi richiesti alla Francia e alla Germania per un prestito decennale è salito durante la seduta allo 0,83%, il livello più alto da metà giugno. Prima dello scioglimento dell'Assemblea nazionale era solo lo 0,5%. La Francia ora deve pagare più del Portogallo o della Spagna per ottenere i fondi, e si sta avvicinando al livello imposto a Grecia e Italia.

“Corriamo il rischio di uno scenario greco”ha avvertito domenica 24 novembre la portavoce del governo Maud Bregeon Il parigino, evidenziando il rischio di una crisi finanziaria, come in Grecia all’inizio degli anni 2010. Il risultato è una domanda: “Chi vuole regalare ai francesi come regalo di Natale per il 2025 un deficit superiore al 7% e tassi di interesse in rialzo? »

“Un salto nell’ignoto”

Non devi arrenderti “alla musichetta che consiste nel dire: “Se mai questo budget verrà rifiutato, se ci sarà la censura, sarà drammatico, sarà il caos, ecc.” “, ha risposto lunedì Marine Le Pen, lasciando il suo incontro con Michel Barnier a Matignon. Un modo per sgombrare il terreno da una possibile censura dell'esecutivo da parte della sinistra e del Raggruppamento Nazionale (RN). Forte sostenitore della mozione di censura, Eric Coquerel vuole anche essere rassicurante: anche se non verrà adottato alcun bilancio, non ci sarà “nessun arresto, nessun caos, nessun disastro”, afferma il presidente (La insoumise, LFI) della commissione finanze dell'Assemblea, in un video trasmesso domenica.

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Caos o non caos? L’esito dipenderà in parte dalla tempistica di un’eventuale censura. Da qui a Natale, gli oppositori di Michel Barnier avranno in linea di principio diverse opportunità per far cadere il suo governo. Tre testi di bilancio, attualmente all'esame del Senato, torneranno infatti poi all'Assemblea, dove il governo cercherà senza dubbio di farli adottare mettendone in discussione l'esistenza nel quadro dell'articolo 49.3 della Costituzione. Innanzitutto il bilancio della previdenza sociale per il 2025, il 4 dicembre. Poi il disegno di legge di fine gestione del 2024, due giorni dopo. Il bilancio generale per il 2025, infine, intorno al 20 dicembre.

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