San Pietro e San Paolo si incrociano sempre a Roma

San Pietro e San Paolo si incrociano sempre a Roma
San Pietro e San Paolo si incrociano sempre a Roma
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Chi decide di visitare la Basilica di San Pietro in questo periodo dell’anno si imbatte nell’imponente impalcatura eretta per il restauro del baldacchino del Bernini.

In basso, perpendicolare all’altare, è il sepolcro dell’apostolo al quale Gesù ordinò di confermare nella fede i suoi fratelli.

Il 29 giugno è la solennità che ricorda i due principi della Chiesa, Pietro, l’umile pescatore di Galilea divenuto vicario di Cristo, e Paolo, il dotto fariseo, originario della Cilicia, cresciuto alla scuola di Gamaliele e trasformatosi da da implacabile persecutore della Chiesa nascente a instancabile apostolo dei pagani.

I due santi patroni della Città Eterna vengono ricordati insieme e quest’anno verranno celebrati attraverso una serie di iniziative promosse dai Vicariati delle Diocesi di Roma e Città del Vaticano, in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e del Comune di Roma e la Panathlon Internazionale.

In particolare, sabato 29 giugno è in programma “Quo Vadis”, una passeggiata che ripercorre le tappe storiche della presenza dei due apostoli nella capitale dell’impero; domenica 30 giugno, invece, è in programma “Pietro e Paolo a Roma”, spettacolo teatrale di e con Michele La Ginestra.

La marche Quo Vadis

Da segnalare in particolare la marcia Quo Vadis che, secondo le intenzioni degli organizzatori, dovrebbe diventare un appuntamento fisso annuale. Secondo la tradizione, mentre Pietro fuggiva a Roma dalla persecuzione di Nerone, Gesù gli apparve sulla via Appia. L’apostolo gli chiese dove andasse (“Quo vadis Domine?”) e Cristo rispose: “Vado a Roma, per essere crocifisso lì di nuovo”. Fu allora che Pietro ritornò, per essere martirizzato nel circo di Nerone, crocifisso a testa in giù e sepolto nella vicina necropoli dell’Ager Vaticanus.

La tomba divenne subito luogo di pellegrinaggio, ancor prima della costruzione della primitiva basilica di Costantinopoli. Ma solo nel XX secolo la tomba di Pietro venne identificata con certezza, grazie agli scavi ordinati da Pio XII tra il 1939 e il 1958 e alle ricerche della celebre archeologa Margherita Guarducci.

Se la tomba è stata identificata con certezza grazie al famoso trofeo di Gaio e alla parete rossa decorata da graffiti, tra cui il famoso “Petros eni” (presumibilmente “Pietro è qui” in greco), restano dubbi sull’esatta ubicazione delle tombe . ossa. Tuttavia, la fede può più che compensare le incertezze della scienza.

Il bivio tra Pietro e Paolo

Oggi, sulla Via Appia – la “Regina Viarum” degli antichi romani – nei pressi delle catacombe di San Callisto, si trova una piccola chiesa che ricorda la “Regina Viarum”.Dove vai maestro?Fu visitata anche da San Giovanni Paolo II nel 1983. Questa stessa strada “incrocia” il cammino di Pietro e Paolo, che da qui partirono per Roma, lì furono imprigionati e trovarono martirio, secondo la tradizione, nel luogo dove sorgeva l’Abbazia di Oggi si trovano le Tre Fontane.

Chiesa di Santa Maria in Palmis o Chiesa di Quo Vadis sulla Via Appia

Fra Agnello Stoia, parroco di Saint-Pierre, spiega che l’idea di fondo di queste iniziative è quella di “restituire a Roma la permanenza dei suoi patroni, che danno un carattere di universalità a questa città”.

Arresti domiciliari di Saint-Pierre

Le storie umane di Pietro e Paolo, a Roma, si intersecano, si intrecciano, si separano, si uniscono, nelle strade di Roma e come le strade di Roma”. La passeggiata urbana avvicinerà tutti i luoghi legati ai due apostoli.

Oltre alle basiliche di San Paolo fuori le Mura e di San Pietro in Vaticano, possiamo citare San Sebastiano fuori le Mura, dove le reliquie di Pietro e Paolo furono traslate nel 258 prima di ritornare in Vaticano, e quella di Ostiense, una delle le sette chiese tradizionalmente visitate dai pellegrini in occasione del Giubileo; Santa Prisca, la splendida basilica sull’Aventino, dedicata alla figlia martire di Aquila e Priscilla, amici di Paolo che qui abitarono; il Carcere Mamertino, dove furono rinchiusi i due apostoli; e ancora Santa Maria in Via Lata, dove Paolo avrebbe trascorso i suoi due anni di “arresti domiciliari”.

Il percorso prevede due percorsi, uno più lungo e l’altro più breve, al termine del quale riceverete una “pietruzza”, un piccolo sasso simboleggiante il cammino percorso. È proprio il “sanpietrino”, evocato nel logo “Quo Vadis”, che collega Pietro, Roma e le sue strade.

È un’occasione per cittadini, turisti, famiglie e fedeli di riscoprire o visitare per la prima volta tanti luoghi – tra cui il parco archeologico del Colosseo, la cui visita è gratuita e riservata ai partecipanti – chiese, tesori artistici e una storia affascinante. Il programma è disponibile al seguente indirizzo https://sanpietroquovadis.it/

Per quanto riguarda Saint-Pierre è interessante ricordare un’antica usanza. Nella navata centrale della basilica vaticana, a destra, prima del transetto, si trova una grande statua in bronzo del primo papa. Pietro in pulpito” è un’opera attribuita allo scultore del XIII secolo Arnolfo di Cambio (anche se alcuni studiosi la datano al V secolo, su commissione di San Leone Magno, che aveva realizzato una statua di Giove).

Fu Paolo V Borghese, pontefice dal 1605 al 1621, a ordinare la collocazione della statua nella basilica, nonostante si trovasse da tempo nel chiostro di San Martino. La statua poggia su un trono marmoreo di epoca rinascimentale, mentre Pio IX fece realizzare il baldacchino che la ricopre nel 1871.

La statua rappresenta San Pietro sulla cattedra episcopale. La sua mano destra benedice alla maniera greca, cioè con due dita, mentre la mano sinistra tiene le chiavi del Regno dei Cieli. Gli abiti sono classici: la tunica che scende fino ai piedi e, sopra la spalla, il cappotto maschile. La particolarità della celebrazione è che, il 29 giugno, la statua viene vestita con la tiara e i paramenti pontificali, un lungo mantello rosso e oro, che serve anche a sottolineare il potere universale del Vicario di Cristo.

Il piede destro della statua è visibilmente usurato da secoli di devozione popolare. Infatti, con la costruzione della basilica costantiniana, la tomba di Pietro era diventata inaccessibile. Ecco perché la tradizione vuole che i fedeli bacino o accarezzino il piede della statua come forma di venerazione.

Alcune curiosità

Nel 2020, durante la pandemia, le celebrazioni per la festa dei Santi Pietro e Paolo nella Basilica Vaticana si sono svolte a porte chiuse, ma Papa Francesco è andato a venerare di persona la statua del primo pontefice.

Santa Maria in Via Lata

Un’altra particolarità, forse poco conosciuta ma che può essere “scoperta” grazie alla passeggiata “Quo Vadis”, è legata alla basilica di Santa Maria in via Lata. Si trova su quella che oggi è la centralissima Via del Corso e un tempo era il primo tratto della Via Flaminia. Secondo la tradizione, nella cripta della chiesa visse San Paolo durante la sua prigionia a Roma.

La casa sarebbe stata quella di San Luca evangelista, che lì avrebbe scritto gli Atti degli Apostoli, e avrebbe ospitato anche Pietro. Sopra l’ingresso della cripta, una lapide marmorea reca l’iscrizione, in latino: “Oratorio di San Paolo Apostolo, San Luca Evangelista e Marziale Martire, dove fu ritrovata l’immagine della Vergine Maria, “una delle sette dipinte da beato Luca’, in ricordo della presenza qui di alcuni tra i primi e più importanti testimoni della fede cristiana.

L’autoreAndrea Acali

-Roma

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