“Porte aperte”, l’augurio del Papa alla chiesa di San Pietro e San Paolo

“Porte aperte”, l’augurio del Papa alla chiesa di San Pietro e San Paolo
“Porte aperte”, l’augurio del Papa alla chiesa di San Pietro e San Paolo
-

Oggi, nella solennità della festa della Madonna degli Angeli, il Santo Padre Francesco ha incoraggiato i santi apostoli Pietro e Paolo: dobbiamo lasciarci “ispirare dalle loro storie, dallo zelo apostolico che ha segnato il cammino della loro vita”. Nell’incontro con il Signore hanno vissuto una vera esperienza pasquale: sono stati liberati e si sono aperte davanti a loro le porte di una vita nuova.

Li ha descritti così: San Pietro, «il pescatore di Galilea che Gesù trasformò in pescatore di uomini». San Paolo, “il fariseo persecutore della Chiesa trasformato dalla grazia in evangelizzatore dei pagani”.

Nel corso della solenne celebrazione eucaristica nella Basilica Vaticana con i cardinali, i nuovi arcivescovi metropoliti, ai quali ha consegnato il pallio, i vescovi, i sacerdoti e i fedeli, e con una delegazione del Patriarcato di Costantinopoli presente alla Santa Messa, il Il Papa nella sua omelia ha fatto riferimento alla liberazione di Pietro e al prossimo Giubileo, che inizierà nella Chiesa il 24 dicembre.

Dio apre le porte

«La prima lettura descrive l’episodio della liberazione di Pietro dalla prigionia (…). Quello che ci viene raccontato è dunque un nuovo esodo: Dio libera la sua Chiesa, il suo popolo incatenato, e si mostra nuovamente come il Dio della misericordia. che sostiene il suo cammino In questa notte della liberazione, si aprirono miracolosamente dapprima le porte del carcere. Poi si dice di Pietro e dell’angelo che lo accompagnava che «giunsero alla porta di ferro che dava accesso alla città. La porta si aprì da sola davanti a loro. Non furono loro ad aprire la porta, ma essa si aprì da sola.

«È Dio che apre le porte», ha sottolineato il sovrano pontefice. «È Lui che libera e apre la strada. A Pietro – come sentiamo nel Vangelo – Gesù aveva affidato le chiavi del Regno. Ma Pietro sperimenta che è il Signore ad aprire per primo le porte, perché sempre ci precede .

Il viaggio dell’apostolo Paolo è anche, soprattutto, un’esperienza pasquale, ha sottolineato il Papa. «Egli, infatti, è stato prima trasformato dal Signore risorto sulla via di Damasco e poi, nella contemplazione incessante di Cristo crocifisso, ha scoperto la grazia della debolezza; quando siamo deboli, dice, in realtà, in quel momento, noi siamo forti perché non ci aggrappiamo più a noi stessi, ma a Cristo, attaccati al Signore e crocifissi con Lui, Paolo scrive: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me.

Il Giubileo e le porte dell’evangelizzazione

“Prendiamoci il tempo per esaminare proprio l’immagine della porta. Il Giubileo, infatti, sarà un tempo di grazia durante il quale apriremo le porte dell’Unione Europea. Porta Santa, affinché tutti abbiano la possibilità di varcare la soglia di questo santuario vivo che è Gesù e, in Lui, sperimentare l’amore di Dio che rafforza la speranza e rinnova la gioia. Nella storia di Pietro e Paolo ci sono anche porte che si aprono.

“Fratelli e sorelle, i due apostoli Pietro e Paolo hanno fatto questa esperienza della grazia”, ha proseguito. «Hanno sperimentato in prima persona l’opera di Dio, che ha aperto loro le porte della loro prigione interiore e delle carceri reali dove erano rinchiusi per il Vangelo. Ha aperto loro anche le porte dell’evangelizzazione, perché possono sperimentare la gioia di incontrare i fratelli e le sorelle delle comunità emergenti e di portare a tutti la speranza del Vangelo.

“Mentre ci prepariamo ad aprire la Porta Santa, questo messaggio è anche per noi. Anche noi abbiamo bisogno che il Signore apra le porte del nostro cuore – a volte bloccato dalla paura, chiuso dall’egoismo, sigillato nell’indifferenza o nella rassegnazione – affinché possiamo aprire noi stessi all’incontro con Lui», ha affermato il Papa. “Abbiamo bisogno anche di uno sguardo capace di riconoscere le porte che il Signore apre per l’annuncio del Vangelo, di riscoprire la gioia di evangelizzare e di superare i sentimenti di sconfitta e di pessimismo che contaminano l’azione pastorale”.

Messaggio sull’imposizione del pallio

In conclusione, Francesco ha parlato dell’imposizione del pallio «agli arcivescovi metropoliti nominati nell’ultimo anno. In comunione con Pietro e sull’esempio di Cristo, portatore delle pecore, sono chiamati ad essere pastori diligenti che aprono le porte della il Vangelo e che, attraverso il loro ministero, aiutano a costruire una Chiesa e una società dalle porte aperte.

Il Sommo Pontefice ha inoltre salutato “con fraterno affetto la Delegazione del Patriarcato ecumenico: grazie per essere venuta ad esprimere il comune desiderio di piena comunione tra le nostre Chiese. I santi Pietro e Paolo ci aiutino ad aprire la porta della nostra vita al Signore Gesù, intercedano per noi, per la città di Roma e per il mondo intero.

Angelus: l’autorità è servizio, liberazione dei prigionieri

A mezzogiorno il Papa si è affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico e ha recitato l’Angelus insieme ai fedeli. Nella sua breve meditazione, Francesco ha ricordato alcuni spunti dell’omelia mattutina e ha sottolineato, considerando la promessa di Gesù di dare a Pietro le chiavi del Regno dei cieli, che «l’autorità è un servizio, altrimenti è una dittatura». Altrimenti è una dittatura”.

Ha sottolineato anche che la sua missione non era quella di chiudere le porte della casa, ma di aiutare tutti a ritrovare la strada dentro, «tutti, tutti», e che non gli aveva affidato le chiavi perché non era un peccatore, ma « perché era umile e onesto.”

Infine, ha ricordato le famiglie, gli anziani soli, i malati, e ha chiesto preghiere per quanti soffrono a causa delle guerre, per la pace nel mondo e per la liberazione di tutti i prigionieri, mentre si rallegra per la vittoria dell’Unione Europea. liberazione di due preti greco-cattolici.

L’autoreFrancisco Otamendi

-

PREV Maine-et-Loire. Aveva aggredito sessualmente le nipoti: andrà in carcere
NEXT nella campagna lionese, un quadrangolare di cui potrebbe beneficiare la RN