Se l’abito non fa il monaco, fa il provenzale. O meglio i provenzali. La tradizionale sfilata del Pegoulado, che ieri sera ha animato il Boulevard des Lices e poi le arene, ne ha dato prova attraverso il corteo di oltre venti gruppi tradizionali che rappresentano un arco geografico che va da Nîmes a Nizza, passando per Orange. I più numerosi sono stati ovviamente quelli del paese di Arles, che hanno mostrato il costume arlesiano.nella sua diversità di stagione, funzione e territorio“, come ha sottolineato al microfono Frédéric Soulié, giornalista e sindaco del Félibrige, mentre L’Arlatenco, L’Étoile de l’Avenir, Lou Velout d’Arle, L’Escolo Mistralenco, les Saliniers de Camargo Souvajo, Li Coudelet Dansaïre de Saint-Martin-de-Crau, L’Escolo d’Argenço de Fourques o La Ribambello de Graveson hanno alimentato la sua storia.
Ma il Pegoulado, ad Arles, è anche e soprattutto un’occasione per associare le usanze vicine alla celebrazione della Provenza storica: La Capouliero de Martigues, Li Festejaïre de Beaucaire, La Farigouleto de La Garde, Lou Roudelet dei Mielo des Milles, Le Gent de la Vistrenque de Garons, Les Enfants d’Arausio d’Orange, Lou Roudelet Felibren de Château-Gombert e La Ciamada Nissarda de Nice. Un monocromo sartoriale arricchito da una colonna sonora variegata che delizia i fotografi non iniziati e testimonia una cultura che resiste alla standardizzazione. E che dà il via a un fine settimana il cui culmine, nel tardo pomeriggio di domenica al teatro antico, vedrà la 25esima regina di Arles, a cavallo ieri sera, iniziare ufficialmente il suo regno.
