varie/Giustizia – Processo per il duplice omicidio di Bastia-Poretta: “Non voglio che sia un errore giudiziario”

varie/Giustizia – Processo per il duplice omicidio di Bastia-Poretta: “Non voglio che sia un errore giudiziario”
varie/Giustizia – Processo per il duplice omicidio di Bastia-Poretta: “Non voglio che sia un errore giudiziario”
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Le lacrime di Jacques Mariani, presentato come una figura della criminalità organizzata, come ultime parole del processo per l’assassinio di Jean-Luc Codaccioni e Antoine Quilichini all’aeroporto di Bastia-Poretta, il 5 dicembre 2017. L’udienza, iniziata il 6 maggio, arriva si concluderà questo giovedì, 27 giugno 2024, davanti alla Corte d’Assise delle Bouches-du-Rhône ad Aix-en-Provence. I giurati popolari si sono ritirati a deliberare in tarda mattinata per il verdetto atteso venerdì pomeriggio.

Per le sue ultime parole dal palco dell’imputato detenuto, quello che in questo caso appare libero, vuole lanciare dei messaggi. Innanzitutto agli avvocati, ancora presenti all’udienza: “Voi siete lungi dall’essere collaboratori come ho sentito, dice, riferendosi alle tensioni tra alcuni avvocati sfidati e l’avvocato che ha scelto di tornare in aula. Coloro che hanno detto quelle parole avrebbero dovuto essere qui e dare consigli”.

L’uomo con 37 anni di carcere si rivolge anche a Jean-Yves Martorano, il presidente del tribunale: “Lei è lungi dall’essere un truffatore e un meschino presidente. Il signor Michelosi è in carcere da due mesi e le parole sono andate oltre i suoi pensieri.” Ange-Marie Michelosi, assente dal palco da diverse settimane, era tornata espressamente in udienza, durante le requisizioni per attaccare duramente il magistrato.

Anche il figlio di Francis Mariani, presentato dalle corti come il padrino di La Brise de mer, versa qualche lacrima, dietro gli occhiali bifocali, quando evoca il ricordo del padre. (ndr, è stato ucciso nell’esplosione di un hangar nel 2009).

“Alain Delon diceva che invecchiare è un naufragio, invecchiare in carcere è altrettanto brutto”

Ancora una volta dà la sua visione della questione: “Avrei voluto preservarli (ndr, fratelli Guazzelli). Spero che sarai giusto nella tua decisione sotto forma di un bel affronto ai loro avvocati. Questo dimostrerà loro che non ne avevano bisogno”.

Prima di fornire una metafora scientifica: “Un ricercatore ha preso un topo e lo ha messo in una bacinella. È annegato. Ha ripetuto l’esperimento e il topo ha resistito diverse ore perché aveva la speranza di essere salvato. Oggi il topo, sono io e voglio che tu mi assolva. Alain Delon ha detto che invecchiare è un disastro, invecchiare in prigione è altrettanto brutto.”

Gli altri discorsi sono meno metaforici. Maglia rosa e jeans, anche José Menconi, indicato dai giudici come esponente della criminalità organizzata, vuole l’assoluzione.

“Un’assoluzione eviterà che il mio nome compaia su una lapide”

Dopo i ringraziamenti, anche François Marchioni si proclama innocente. Gaëlle Sker, compagna di Richard Guazzelli, in lacrime, è sulla stessa linea: “Richard (ndr, Guazzelli) non si è presentato ed ero molto arrabbiato. Sono ancora. Questo processo non è mio. Spero che tu mi abbia sentito.”

Chloé Castellana, ex compagna di Christophe Guazzelli, confida: “Avro avrebbe dovuto archiviare il caso. Sono qui perché ero la compagna di uno degli imputati. Non voglio che si verifichi un errore giudiziario”.

Dominique Sénéchal, ex marito di Cathy Chatelain, lo augura semplicemente “volta questa pagina per i miei figli e la mia famiglia”.

Per Jimmy Bailleul, un altro detenuto tornato al box, “Un’assoluzione eviterà che il mio nome compaia su una lapide”.

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