In quale mondo la nostra squadra potrà andare lontano in questo Europeo?

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Dal nostro inviato speciale a Paderborn,

In una nuova configurazione per Didier Deschamps e i suoi giocatori, fino ad allora non abituati a giocare una terza partita del girone ad alto rischio, questo incontro contro la Polonia avrebbe dovuto sembrare un nuovo inizio. Oppure semplicemente all’inizio, dopo due prime stesure non proprio esaltanti, per restare misurati ed educati. Una vittoria contro una Polonia nella media e già eliminata, il ritorno di Mbappé mascherato, qualche gol per mettere a tacere le critiche sulla scarsa efficienza e basta.

Solo che martedì, nel soffocante Westfalenstadion, è successo quasi il contrario. Se i Blues hanno ancora ottenuto tantissime occasioni, la scarsa efficienza in porta inizierà a pesare pesantemente sugli animi. Didier Deschamps può tentare tutte le piroette che vuole, sostenendo che il migliore in campo altri non è che il portiere polacco, i fatti sono lì, caparbi, indiscutibili. In tre partite, i Blues hanno segnato 49 volte in porta, per due pedoni in totale ma nessuna in partita.

Se questo fosse tutto, ancora una volta. Ma è la copia complessiva che ti lascia perplesso. Nonostante una squadra completa, a cui mancava solo Antoine Griezmann, il cui allenatore aveva scelto di fare a meno per la prima volta in una grande competizione in una partita ad alto rischio, il che non è mai un buon segno, i Blues hanno dato l’immagine di un gruppo senza altre idee oltre a fare la differenza in (rari) exploit individuali. Ecco da cosa è nato il peno, dopo un affondo riuscito di Ousmane Dembélé di ritorno dallo spogliatoio.

Fallimento a tutti i livelli

Se la solidità difensiva c’è ancora – con due, tre eccezioni di nome Dayot Upamecano, colpevole di qualche sfortunata perdita di palloni e di un fallo evitabilissimo nell’area che porta al pareggio polacco – il resto della classifica ha le carte in regola per pareggiare i più ottimisti sudano freddo. Martedì pomeriggio sono mancati anche Rabiot e Kanté, rari punti luminosi nel grigiore tricolore delle prime due partite. Per chiudere questo triste bilancio, aggiungiamoci la scarsa lungimiranza di Deschamps in queste scelte tattiche del secondo periodo.

Decidendo di lasciare Bradley Barcola, nonostante sia uno dei pochi in grande forma, per spostare Mbappé a sinistra e inserire Olivier Giroud che dimostra sempre più la sua età, sull’onda del punteggio iniziale, in un momento in cui il La bara polacca avrebbe dovuto essere inchiodata, DD ha rotto quella piccola dinamica che finalmente animava la sua squadra. “Abbiamo dovuto spingere per segnare questo secondo gol”, ha concordato il giovane attaccante del PSG in zona mista. Penso che abbiamo fatto un po’ troppa gestione, è un peccato. A volte, senza nemmeno volerlo, gestisci la partita. »

Quanto a Youssouf Fofana, l’altro giovane mandato a fuoco davanti ai media dopo la partita, ha lasciato intendere ad alta voce quello che si sussurrava internamente ultimamente: che gli allenamenti mancano di intensità e non aiutano i sostituti a fare la differenza alla fine della partita. “L’intensità è diversa dall’allenamento. Voglio tornare all’87esimo, ma se gli altri non mi seguono, non attaccherò da solo”, ha dichiarato senza ironia il centrocampista monegasco.

Comunicazione all’unisono

Ma per il resto, a parte questo, va tutto bene. Almeno questo è il linguaggio distillato da tutto il gruppo dopo la partita. “Non sono affatto preoccupato”, ha esordito Fofana, seguito a ruota da Barcola: “Non dobbiamo preoccuparci, abbiamo delle basi molto, molto buone. Continueremo a lavorare sulla formazione e saremo ancora migliori. » “Siamo una grande squadra e una grande squadra si rialza sempre”, ha concluso Camavinga.

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Ma il pezzo forte dello spettacolo va a Didier Deschamps, re del fumo tra i re, che è venuto a dire in conferenza stampa senza scuotere i polpacci che “non era affatto deluso” dopo questa partita (che tutti abbiamo già visto). “Abbiamo fatto quello che dovevamo fare”, ha continuato, come una seconda pugnalata nei nostri piccoli cuori feriti. Sospettiamo che si tratti in gran parte di una finzione e che la rifocalizzazione prometta di essere difficile una volta trascorso il periodo di riposo di 36 ore concesso ai giocatori e ai loro cari, che sono venuti per raggiungerli al campo base. Ma a volte è difficile, soprattutto dopo una prestazione così deludente, farsi prendere per scemi in questo modo.

Pesante, pesante e pesante

Perché al di là della prestazione deludente, questo pareggio manda gli azzurri direttamente in bocca alle big, con un possibile Francia-Portogallo ai quarti e un Francia-Germania o Spagna in semifinale. “Non sono sicuro che nemmeno queste nazioni siano molto contente di vederci nella loro parte”, ha schivato Fofana quando gli è stato fatto notare che avevano reso il loro compito molto complicato con questo (no) pareggio.

“Inizierà una nuova competizione. Le impressioni del primo turno non sono sempre quelle del resto”, ha liquidato DD, lasciando intendere che la sua squadra aveva ancora le carte in mano per svegliarsi e rivelarsi. Non ha del tutto torto, ma ora è senza rete. E da quello che abbiamo visto della sua squadra da quando è arrivato in Germania, le ragioni della speranza sono più deboli delle ragioni del panico. A meno che tutto questo non sia perfettamente calcolato da parte dell’allenatore che, sapendo che i suoi giocatori sono totalmente “matriceti” dalla sua cauta visione del calcio, si frega le mani all’idea di far giocare squadre che avranno la palla per rubargliela meglio. in transizione con i suoi segnali acustici frontali.

Potremmo sbagliarci, certo – e in fondo lo speriamo davvero – ma nel momento in cui scriviamo queste righe e in cui i Blues sicuramente faticano a trovare sonno nelle loro stanze di Bad Lippspringe, la sensazione che The main Il fatto è che il cantiere è immenso prima di considerare un’estate di gloria e sfarzo. Per questo dovremo fare tutto un po’ di più, fare tutto un po’ meglio. E anche molto di più.

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