Svendita di garage: a Hyères, una caccia alle pepite sempre più difficile

Svendita di garage: a Hyères, una caccia alle pepite sempre più difficile
Svendita di garage: a Hyères, una caccia alle pepite sempre più difficile
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La prima qualità richiesta a un cacciatore di tesori è alzarsi presto. Anche la domenica della festa del papà.

“E non uscire mai di casa pensando che farai un buon affare, precisa Philippe, Solliès-Pontois, 68 anni, cacciatore di occasioni nel tempo libero. A rischio di rimanere delusi molto presto.”

“Per i professionisti e gli amatori illuminati, oggi ci sono meno oggetti di valore nelle vendite di garage rispetto a dieci anni fa,” riconosce Gérald Piro, responsabile di quello che si tiene ogni domenica nel parcheggio del centro commerciale Centr’Azur di Hyères.

“Ciò è dovuto in parte ai siti web specializzati e ai programmi televisivi che hanno diffuso maggiormente l’uso degli esperti. Ma per gli altri c’è sempre qualcosa da fare, sia per il venditore che riesce ad arrivare a fine mese, sia per l’acquirente che non ce la fa. Non importa quale sia il valore alla fine. L’oggetto deve piacere.

Un bronzo comprato per 10 euro ne valeva 4.000

All’ombra dei pannelli solari nel parcheggio del nuovo Intermarché, nei corridoi sgombri e puliti di questa svendita settimanale, gli oggetti di valore sono comunque già scomparsi dopo le 7,30.

Già, perché gli Indiana Jones dei mercatini non aspettano l’ora di colazione per sedersi a tavola. “I rigattieri e quelli che hanno occhio si rivolgono dall’apertura, continua Gérald Piro. E possono essere offensivi quando qualcosa li interessa”.

Pierre esce felice, con sotto il braccio una gabbia per pappagalli per la quale ha speso sei euro. “È uno dei preferiti. Un bellissimo oggetto decorativo, che può rimanere anche nel suo stato originale. Mi piace ricercare la rarità tanto quanto la contrattazione. Una volta ho potuto comprare un bronzo per dieci euro che dopo la valutazione ne vale 4.000. Ma succede solo così una o due volte nella vita. Richiede interesse per l’oggetto, la sua storia, il suo viaggio…”

Davanti al suo stand Tonya, 70 anni, non offre nessuna pepita. Ma piuttosto una seconda vita per oggetti il ​​più delle volte provenienti da sgomberi domestici.

“Andare alle svendite, andare a caccia di affari, vendere, è per me un modo di piangere la perdita di mio nipote, ammette con modestia. Faccio questo da due anni e ci trovo una certa pace.” Un tesoro interiore che non ha prezzo. E che non è certamente in vendita.

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