Procedura per deficit eccessivo contro il Belgio: “I mercati non finanzieranno a tempo indeterminato un debito crescente”

Procedura per deficit eccessivo contro il Belgio: “I mercati non finanzieranno a tempo indeterminato un debito crescente”
Procedura per deficit eccessivo contro il Belgio: “I mercati non finanzieranno a tempo indeterminato un debito crescente”
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Gilles Thirion, economista ed esperto di finanza pubblica, commenta Il Libero la situazione in Belgio, dopo l’annuncio della Commissione Europea di proporre l’apertura di una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti del nostro Paese. Nel breve termine, il signor Thirion non è preoccupato. A lungo termine, è qualcos’altro…

La Commissione europea dà un giro di vite alla deriva di bilancio del Belgio

”A livello economico, nel breve termine, la situazione non è eccessivamente preoccupante, nel senso che il Belgio ha ancora un accesso stabile a tassi di interesse convenienti sui mercati finanziari. La domanda è: fino a quando potremo dire che a breve termine tutto sta andando bene”.

“Lungo termine, estende l’economista, la situazione è preoccupante. Un deficit strutturale del 4-5% è già tanto. E il problema è soprattutto che, in uno scenario a politica invariata, la situazione dovrebbe continuare a peggiorare significativamente. Se i governi non intraprendono azioni, i costi legati all’invecchiamento della popolazione (in termini di assistenza sanitaria o pensioni) saranno elevati, soprattutto con l’aumento dei tassi di interesse. Se non facciamo nulla, la situazione peggiorerà. Non bisogna drammatizzare, ma sulla carta è pericoloso e il debito costa”.

“Investire massicciamente nella transizione energetica”

La situazione richiede quindi una reazione. “Domani non esploderà tutto, ma dipendiamo dai mercati, dal settore privato e dalla loro “benevolenza” nei nostri confronti. Sanno che il Belgio è un paese serio, che ha compiuto sforzi significativi negli ultimi decenni. Ma a un certo punto, i bisogni di finanziamento sono ancora presenti e i mercati non sono disposti a finanziare un debito crescente per un tempo indefinito. C’è molto lavoro da fare per riportare le finanze pubbliche su un percorso sostenibile. Inoltre, è assolutamente necessario trovare denaro e spazio di bilancio per investire massicciamente nella transizione energetica. Questa è la sfida di fondo”.

Anche con regole europee più flessibili, lo sforzo di bilancio richiesto sarebbe significativo per il Belgio

Per quanto riguarda lo sforzo finanziario in sé, Gilles Thirion resta cauto. “Sono gli attori politici che devono determinarlo. Ma sarà necessario ridurre al minimo l’impatto sociale ed economico degli sforzi di bilancio. In Belgio il livello delle spese è molto elevato, ma anche il livello delle entrate è elevato. Sembra inevitabile tagliare la spesa, ma non bisogna chiudere la porta alle misure sulle entrate: ci sono scappatoie fiscali, una riforma fiscale da realizzare che potrebbe avere un impatto positivo sull’economia. Ci sono ancora parecchi sussidi per i combustibili fossili…”

Il deficit belga è meno pesante del previsto

“Solidarietà tra i livelli di potere”

Ciò che è certo è che tutti i livelli di potere dovranno partecipare allo sforzo, insiste l’esperto. “Ci vorrà il coordinamento di tutti i livelli di potere e una certa solidarietà per realizzare un piano credibile nelle sue misure e nel tempo. Questa sarà una sfida molto significativa. In quanto tale, l’accordo di cooperazione del 2013 (sulla stabilità di bilancio, ndr) costituirà senza dubbio una piattaforma da utilizzare per coordinare le finanze pubbliche. In passato questo accordo di cooperazione non è stato attuato. Applicarlo correttamente rappresenterebbe senza dubbio un passo avanti verso una pianificazione di bilancio pluriennale più solida”.

“Dobbiamo evitare che l’Europa prenda ordini di bilancio dal Belgio”

Questa cooperazione può essere facilitata dall’esistenza di coalizioni specchio a livello federale e negli enti federati? “Ciò potrebbe rendere le cose più facili. Ma la cosa più importante adesso è che il 20 settembre la Commissione attenderà i piani di bilancio a medio termine degli Stati membri. In questo piano gli Stati hanno la possibilità di richiedere un’estensione del percorso di aggiustamento da quattro a sette anni. Ciò significa che lo sforzo di bilancio da compiere ogni anno sarebbe inferiore, perché ripartito su sette anni. In cambio di una traiettoria meno restrittiva, sarà necessario proporre un piano di riforme e investimenti organizzato a livello nazionale. (NdR: il che presuppone senza dubbio che tutti i governi siano stati formati in anticipo). La sfida sarà che il Belgio possa richiedere questa proroga, se lo desidera, per il mese di settembre. Se il Belgio non riesce a presentare un piano in tempo, rischia di ritrovarsi sulla traiettoria di correzione più restrittiva, nell’arco di quattro anni. Detto questo, in ogni caso, la traiettoria che verrà proposta dalla Commissione Europea – e che dovrebbe essere comunicata a breve – comporterà sforzi significativi. Per dare un’idea, secondo la nuova normativa bisognerà prevedere almeno uno sforzo pari allo 0,5% del Pil per sette anni (ovvero 2,9 miliardi di euro l’anno se ci riferiamo al prodotto interno lordo del 2023, ndr). Questa è una grande sfida economica e politica”.

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