Francia-Israele: l'assenza di Kylian Mbappé “non è una sanzione” dice Didier Deschamps

Francia-Israele: l'assenza di Kylian Mbappé “non è una sanzione” dice Didier Deschamps
Francia-Israele: l'assenza di Kylian Mbappé “non è una sanzione” dice Didier Deschamps
-

Dopo questo Francia-Israele dello Stade de , terminato con un triste pareggio a reti inviolate (0-0), nel complesso c'era poco da dire e da analizzare. Così nel post-partita, su TF1, Didier Deschamps è stato interrogato su un argomento completamente diverso: l'assenza di Kylian Mbappé, che non era stato selezionato per questo raduno di novembre.

Didier Deschamps lo ha spiegato, pur restando sul vago, in una conferenza stampa in cui è stata annunciata la sua lista. “Vuoi rispondermi a riguardo? », ha reagito a fine partita, visibilmente seccato, quando è arrivata questa domanda. “Lasciatelo in pace. Ho detto quello che dovevo dire. A volte è bene dire di più, a volte è bene non dire troppo. »

Rilanciato da Bixente Lizarazu, l'allenatore ha finito per dire: “Non c'è nessuna sanzione”, prima di riconoscere che il giocatore del Real Madrid stava attraversando un periodo mentalmente complicato. “È un dato di fatto che si trovi in ​​una situazione complicata. Sono dietro di lui. Sta attraversando un periodo che non è dei più felici della sua carriera. Voleva venire, ripeto. Ma penso che sia meglio per lui adesso. “.

“Tutti hanno diritto ad avere un periodo complicato, c'è l'aspetto fisico e psicologico”, ha continuato Deschamps. Ci sono costantemente interpretazioni, che io parli o meno. Sto attento a pesare le mie parole, ma non voglio alimentare dibattiti che non portano a nulla. Non è qui. »

I Blues giocheranno questa domenica in Italia, ancora una volta senza il loro capitano, e non si ritroveranno fino a marzo per il prossimo incontro. A quel punto la situazione del capitano dei Blues avrà avuto tutto il tempo per cambiare, dentro e fuori dal campo.

-

PREV Al Monaco di Parigi, un inno al fascino del porto e all'esotismo del bar PMU
NEXT i percorsi della radicalizzazione di Abdoullakh Anzorov – Libération