In Marocco, il villaggio berbero di Taghazout minacciato dai grandi complessi alberghieri

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A pochi minuti dal villaggio di Taghazout, una località balneare di nicchia è in piena espansione. Ti aspettano hotel di lusso, rinomati ristoranti internazionali, attività all’aria aperta e una vivace vita notturna. “Sono previste numerose attività e infrastrutture per soddisfare le esigenze di una clientela diversificata quanto i servizi offerti”, annuncia la società di sviluppo e promozione della stazione Taghazout (Sapst).

Con un “Logo ridisegnato e perfezionato nonché caratteri moderni e semplificati in riferimento alla scrittura Tifinagh [alphabet berbère]”, questa nuova identità visiva si concentra sulla diversità delle attività offerte nella baia, in particolare per gli appassionati di surf, gli appassionati di golf, le famiglie, i nomadi digitali e le persone in cerca di serenità.

Navigare a 55 euro al giorno

Situato a quaranta minuti dall’aeroporto internazionale di Agadir [ville située sur la côte atlantique sud du Maroc], Taghazout Bay è una delle località turistiche del Piano Azur, lanciato dal re Mohammed VI. Se nel 2020 era aumentata la predominanza dei progetti immobiliari, a scapito delle iniziative turistiche, oggi la situazione è chiaramente evoluta.

Taghazout Bay conta oggi un’alta concentrazione di hotel, con sette stabilimenti. All’interno degli hotel e lungo tutta la baia è prevista una serie di attività diverse. Ad esempio, il Tadenga Surf Village offre lezioni di surf per 600 dirham [55 euros] la giornata per i clienti, pranzo compreso.

Il campo da golf è adiacente all’Hyatt Place Taghazout Bay, con 27 buche

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Salma Hamri

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La scrivania (Casablanca)

Lanciato nell’estate del 2015, La scrivania è un sito di pura informazione e indagine sui giocatori, “indipendente e interattivo”. Segna “l’emergere in Marocco di un nuovo tipo di media, professionale, credibile e innovativo in un ambiente difficile”. Il sito insiste sulla sua indipendenza garantita “attraverso un modello economico retribuito ma accessibile alla maggioranza, la migliore garanzia per una produzione giornalistica gratuita e di qualità”.

E per sfuggire al “diktat degli inserzionisti”, ha “sottomissione alle lobby politiche” e soprattutto per “per non farsi coinvolgere nella spirale del buzz a scapito del giornalismo di qualità”la capitale di Scrivania è controllata dal suo team fondatore, composto principalmente da giornalisti. “Tale indipendenza economica strutturale è, per così dire, una rarità in Marocco”.

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