Caccia alla plastica nel Mediterraneo

Caccia alla plastica nel Mediterraneo
Caccia alla plastica nel Mediterraneo
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Dalla spiaggia dell’Arinella, a Bastia (Alta Corsica), questa domenica 16 giugno sono partiti due trimarani della missione CorSeaCare per un viaggio di circa un mese. A bordo otto volontari dell’associazione Mare Vivu, che lotta contro l’inquinamento da plastica nel Mediterraneo. Nel tragitto verso la città di Ajaccio (Corsica del Sud), effettueranno una ventina di fermate per raccogliere i rifiuti.

«Una volta ordinati, i dati vengono trasmessi ai laboratori partner», spiega Léa Bourglan, capitano della missione. L’obiettivo non è pulire la spiaggia ma risalire alla fonte dei rifiuti. » I risultati ottenuti verranno poi integrati nel percorso di “advocacy” dell’associazione rivolto ai leader politici. L’idea è, ovviamente, quella di ridurre la produzione di plastica.

«Tende a triplicare entro il 2060», spiega Léa Bouglan. E le osservazioni sul campo confermano questa proiezione. “In nove anni di missione CorSeaCare, abbiamo visto aumentare il numero di materie plastiche”, sottolinea. C’è anche un altro fenomeno: l’inquinamento muta. Si trasforma in microplastiche e si fonde con la sabbia, ma non scompare. » Il Mediterraneo è infatti il ​​mare più inquinato del mondo.

“Secondo lo studio La Zuppa di Plastica Mediterranea, l’area tra la Corsica e l’Italia è quattro volte più concentrata di microplastiche rispetto al vortice oceanico del 7° continente (il gigantesco accumulo di rifiuti formatosi dalle correnti marine), avverte Léa Bourglan. È urgente agire. »

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