Rivelati nuovi dettagli sulla cooperativa “Al Abrar”.

Rivelati nuovi dettagli sulla cooperativa “Al Abrar”.
Rivelati nuovi dettagli sulla cooperativa “Al Abrar”.
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Le autorità giudiziarie di Benslimane hanno emesso la decisione di chiudere le frontiere nei confronti del presidente di un’associazione edilizia e di due membri del suo ufficio amministrativo, a seguito delle indagini avviate dalla Gendarmeria Reale di Bouznika. Queste indagini sono state avviate a seguito di accuse di corruzione, appropriazione indebita, abuso di fiducia e cattiva gestione nei confronti di funzionari della cooperativa Al Abrar.

Gli scandali immobiliari continuano a dominare la scena politica economica. Infatti, con l’intervento del pubblico ministero presso il tribunale di primo grado di Benslimane, che ha emesso una decisione di chiusura delle frontiere contro il presidente dell’associazione edilizia “Al Abrar” e due membri del suo ufficio amministrativo, la situazione è ulteriormente peggiorata .

Questa decisione è stata presa subito dopo lo scontro avvenuto presso il centro giudiziario della Gendarmeria Reale a Bouznika tra il presidente dell’associazione e alcuni dei suoi membri, che sostenevano le accuse contro l’ufficio amministrativo dell’associazione, relative a “l’ appropriazione indebita e sperpero di fondi di un’associazione edilizia, abuso di fiducia, frode e cattiva gestione”, secondo il contenuto della denuncia precedentemente indirizzata dai soci al capo del pubblico ministero.

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Dopo che il Centro Giudiziario della Gendarmeria Reale, su istruzione della Procura di Benslimane, ha iniziato l’audizione delle parti in causa, alla quale erano rappresentati alcuni membri della cooperativa, per presentare le loro dichiarazioni in merito alle accuse contro la direzione della la cooperativa Al Abrar, situata nella zona di Mansouria, prima di passare alla fase di confronto.

Ricordiamo che 53 membri accusano il consiglio di amministrazione della cooperativa edilizia “Al Abrar”, presieduta da un consigliere comunale eletto dal Partito Giustizia e Sviluppo (PJD), partito di opposizione, di “malpractice”, “appropriazione indebita di fondi provenienti da cooperativa edilizia”, “abuso di fiducia” e “frode”.

L’indagine potrebbe rivelare altri abusi, come ad esempio il fatto che le autorità locali abbiano concesso al presidente della cooperativa un permesso di costruire nonostante non fossero stati eseguiti i lavori di costruzione, cosa vietata dalla legge.

Dalla denuncia risulta inoltre che i membri della cooperativa hanno rivenduto più volte gli stessi appartamenti, in particolare a marocchini residenti all’estero.

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