Antoine Dupont e il Blues, un anno dopo

Antoine Dupont e il Blues, un anno dopo
Antoine Dupont e il Blues, un anno dopo
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ANALIZZA – Sabato sera, contro il Giappone, Galthié e la sua squadra, finalmente di nuovo allo Stade de , iniziano la loro ricerca di riscatto.

391 giorni fa, il sogno volò via in uno Stade de France improvvisamente ghiacciato. Un'eliminazione crudele, forse ingiusta, quella del Sudafrica nei quarti di finale dei Mondiali. Un piccolo punto di differenza per un'immensa desolazione. Da allora, i giocatori del XV di Francia hanno provato a piangere, a voltare pagina. Da dimenticare, lontano dallo Stade de France, il teatro maledetto del 15 ottobre 2023 poi requisito per le Olimpiadi di Parigi. E senza Antoine Dupont, andato a realizzare un altro sogno, a 7 anni e olimpico.

Senza il loro capitano, i Blues hanno faticato. Un Torneo Sei Nazioni 2024 iniziato male (sconfitta a Marsiglia contro l'Irlanda, pareggio a Lille contro l'Italia) per poi riprendersi (vittoria a Cardiff, poi contro l'Inghilterra a Lione) per concludere un onorevole secondo posto. Un tour catastrofico in Argentina lo scorso luglio. Non sul piano sportivo – la Francia B, privata dei suoi dirigenti, ha ottenuto una vittoria e ha subito una sconfitta – ma su quello etico, di reputazione. Gli insulti razzisti postati sui social network da Melvyn Jaminet, l'arresto di Hugo Auradou e Oscar Jegou per presunti atti di stupro aggravato in un incontro (ancora sotto inchiesta, la loro richiesta di licenziamento sarà esaminata dal tribunale di Mendoza il 25 novembre) hanno lacerato per distruggere i valori costantemente eretti da Fabien Galthié e dal suo team.

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L'immagine del XV francese gravemente deteriorata, quella della Federazione ulteriormente danneggiata dalla scomparsa in mare di un giovane giocatore durante una competizione estiva under 16 in Sud Africa, il rugby francese occupa ormai le pagine delle cronache, molto, molto lontano , dal braccio di ferro e dai voli che ci fanno amare questo sport. Tornando finalmente allo Stade de France, un anno e venticinque giorni dopo, è riduttivo dire che i Blues hanno molto da perdonare. Il sogno globale infranto, le lacune e le carenze, lo avranno offuscato in modo duraturo…

Executive e giovani talenti

Per ravvedersi, hanno prima ratificato la carta imposta dal boss del rugby francese, Florian Grill. Pena le sanzioni, lo sono adesso « vietato consumare alcol in determinate circostanze ». Niente più birre negli spogliatoi dopo le partite. Non beviamo più nemmeno al centro di formazione Marcoussis. E dopo le partite non usciamo a far festa fino a tardi. L'unica serata consentita? « Al termine del concorso luoghi privatizzati che beneficeranno di adeguata sicurezza. » Un altro provvedimento, tra i trenta presentati alla firma: « Limitare l'accoglienza delle persone esterne alla delegazione ufficiale o delle loro famiglie esclusivamente nelle aree comuni degli alloggi. » Niente più avventure di una notte riportate in hotel…

Per sedurre ancora, Fabien Galthié conta molto sul ritorno del bambino prodigio: Antoine Dupont. Il mago, lo stregone. Il miglior giocatore del mondo, ancora incoronato con il suo oro olimpico

Un ambiente di vita rigido, severo, per cercare di prevenire ogni ulteriore deviazione. Ma, per restaurare – un po' – la propria immagine, non basterà che gli azzurri rispettino queste regole monastiche. A terra dovranno sedurre. Vincere, ovviamente. E se possibile con maniera. Per infiammare nuovamente gli animi, scacciare le nubi, non dare più il pane benedetto a tutti i loro uccisori che aspettano solo quello, irridere le presunte virtù delle Ovalie.

Per sedurre ancora, Fabien Galthié conta molto sul ritorno del bambino prodigio: Antoine Dupont. Il mago, lo stregone. Il miglior giocatore del mondo, ancora incoronato con il suo oro olimpico. È tornato. Finalmente. Per indicare ai compagni la strada del riscatto. Un mix inaspettato di dirigenti e giovani talenti. Perché la carrozza ha ripreso in mano il suo bastone da pellegrino. L'incontro del 2023 è mancato. Tempo per il 2027, in Australia.

Promesse e aspettative

Le parole sono le stesse: sollevare finalmente questo trofeo che è stato rifiutato agli azzurri dalla prima edizione della Coppa del Mondo, nel 1987. Per riuscirci, ha sacrificato alcuni elementi essenziali (Fickou, Ollivon…), ha promosso i giovani ( il tongano Tevita Tatafu, Émilien Gailleton, il bearnese, l'australiano naturalizzato Emmanuel Meafou…), ha lasciato da parte, ancora una volta, Matthieu Jalibert, genio incompreso.

Promesse e aspettative, obbligo di riscatto e risultati, che dovranno manifestarsi senza indugi. Si comincia questo sabato sera contro i giapponesi “Brave Blossoms”. Continuerà soprattutto nei due fine settimana successivi contro i mitici All Blacks e poi contro i pericolosi Pumas argentini. Tre incontri allo Stade de France che deve tornare ad essere il teatro dei sogni azzurri.


Il XV di Francia : 15 Barré, 14. Penaud, 13. Gailleton, 12. Moefana, 11. Bielle-Biarrey, 10. Ramos, 9. Dupont (cap), 8. Alldritt, 7. Roumat, 6. Cros, 5. Meafou, 4. Flament, 3. Tatafu, 2. Mauvaka, 1. Gros. Sostituti : 16. Marchand, 17. Wardi, 18. Colombe, 19. Guillard, 20. Boudehent, 21. Lucu, 22. Jalibert, 23. Fickou.

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