Giurò. Louise Couvoisier è venuta a presentare il suo primo lungometraggio | Settimanale 39

-

La storia racconta l'inizio della vita di un giovanissimo “Totone” adulto che trascorre la maggior parte del suo tempo bevendo birre e frequentando le balere del Giura con il suo gruppo di amici.
Ma la realtà lo raggiunge quando deve prendersi cura della sorella di 7 anni e trovare un modo per guadagnarsi da vivere. Si propone quindi di creare la migliore contea della regione, quella con cui punta a vincere la medaglia d'oro al concorso agricolo e il premio di 30.000 euro che ne consegue…
Una commedia agrodolce, che mette in luce le numerose turpitudine affrontate da molti giovani nelle zone rurali… Ma anche la benevolenza dei rapporti locali nei villaggi del nostro dipartimento.
Senza oscurare questa famosa modestia emotiva che maschera tante fragilità esistenziali. Un lavoro toccante e riconoscibile. Prodotto nel Giura…

Uscita ufficiale nelle sale l'11 dicembre.

La stanza era piena.

Incontro con il direttore

Al termine della proiezione, Louise Courvoisier ha parlato con il pubblico. Ciò indica che è stata ispirata principalmente dalla sua infanzia per costruire la sceneggiatura e poi dirigere il film. Ma innanzitutto, perché “Twenty Gods”?
“Perché è un’espressione usata molto dai giovani qui. Chi parla di loro e del loro modo di vivere” indica il regista di Cressia, legittimamente orgoglioso di “assomigliare al suo prodotto”. Osservazione sociale di una ruralità “grezza ma autentica”.
Twenty Gods ha vinto numerosi premi, come il Premio della Gioventù al Festival di Cannes, o il Premio Jean Vigo.
Il che è una ricompensa notevole per un film il cui casting “selvaggio” si è svolto attorno ai fumetti, alle scuole superiori agricole o alle gare di stock car.
Decisamente autentico!

63f4445246.jpg

-

PREV Monpazier finalmente torna a casa
NEXT le immagini delle tribune terribilmente vuote dello Stade de France