– Tre artisti ricordano Villa Bernasconi
Maya Hottarek, Paul Paillet e Paulo Wirz ricreano le loro esperienze personali attraverso opere che fanno appello all’immaginario collettivo.
Pubblicato oggi alle 9:13
Paulo Wirz, “Caçador”, 2024, stampa 3D, oggetti vari.
VILLA BERNASCONI/DYLAN PERRENOUD
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I loro mondi estetici non hanno molto in comune a priori. Tuttavia, guardando più da vicino, si intrecciano legami intimi, formali o simbolici tra gli approcci artistici di Maya Hottarek, Paul Paillet e Paulo Wirz, attualmente esposti alla Villa Bernasconi sotto il titolo criptico “I sentieri del desiderio passano attraverso il caos”. “Alla base della loro pratica troviamo un profondo ancoraggio a un passato vissuto”, spiega Nicole Kunz, direttrice del centro d’arte Lancen.
![Maya Hottarek: sospesa al soffitto, “Eukaryotes #5” affronta “NON Verbal”, una cianotipia su tessuto teso su legno.](https://it.dayfr.com/content/uploads/2024/05/27/a2e927b2e2.jpg)
Maya Hottarek: sospesa al soffitto, “Eukaryotes #5” affronta “NON Verbal”, una cianotipia su tessuto teso su legno.
VILLA BERNASCONI/DYLAN PERRENOUD
Ciascuno a modo suo, i tre artisti visivi agiscono sulla memoria. Attraverso installazioni, ceramiche, modellature o strati di carta, evocano la temporalità costruendo ponti tra passato e presente, affrontando rituali o cicli di vita e morte. Attingendo alla loro storia individuale, inseriscono la loro narrazione in una storia collettiva.
![Esposti nel seminterrato, questi tre cianotipi di Maya Hottarek possono essere manipolati dal pubblico. Sul fondo della scatola puoi posizionare piccoli oggetti, come faresti su un altare.](https://it.dayfr.com/content/uploads/2024/05/27/73f8fc36af.jpg)
Esposti nel seminterrato, questi tre cianotipi di Maya Hottarek possono essere manipolati dal pubblico. Sul fondo della scatola puoi posizionare piccoli oggetti, come faresti su un altare.
VILLA BERNASCONI/DYLAN PERRENOUD
Vibrare i chakra
Immerso nelle correnti antroposofiche, Maya Hottarek si riferisce spesso a temi di sviluppo e cura personale. Appese al soffitto, le sculture in argilla presentate al piano terra si riferiscono agli eucarioti, le cellule alla base di tutte le forme di vita. Sospesi da corde di cotone che li attraversano e li collegano al suolo, questi pezzi emettono vibrazioni quando vengono avvicinati, con lo scopo terapeutico di far vibrare i chakra.
La 33enne svizzera realizza anche cianotipie unendo testi, grafica e immagini attraverso il collage; Queste foto sono stampate su tela riciclata tesa su scatole di legno, che a volte possono essere manipolate. Simili a diari visivi, queste opere sono assimilabili ad altari dedicati al culto di se stessi.
![Per “Espadas e Arados” (“Basi per spade e aratri”), Paulo Wirz ha posizionato a terra centinaia di coperti.](https://it.dayfr.com/content/uploads/2024/05/27/9874ddd544.jpg)
Per “Espadas e Arados” (“Basi per spade e aratri”), Paulo Wirz ha posizionato a terra centinaia di coperti.
VILLA BERNASCONI/DYLAN PERRENOUD
Volentieri utilizzando il principio della collezione, le creazioni di Paolo Wirz risultano meno esoterici. Nato in Brasile nel 1990, l’artista mette in discussione il nostro rapporto con la nostra immagine, con lo sradicamento e con gli oggetti di uso quotidiano. In una veranda le cui finestre sono state coperte con una pellicola a specchio, ha posizionato centinaia di posate d’argento su un lussuoso tappeto rosso stinto.
Appetito per il possesso
Organizzati secondo un ordine che evoca un linguaggio codificato, questi utensili tradizionali perdono il loro significato primario per assumerne un secondo. Al piano superiore, Wirz mette ulteriormente in discussione la sete di possesso che satura le nostre società dei consumi, impilando pile di bottiglie, bicchieri e lampade fino a formare un vicolo cieco in un angolo della stanza.
![Paul Paillet ha realizzato una serie di cuscini e divani in carta pigmentata goffrata montata su legno.](https://it.dayfr.com/content/uploads/2024/05/27/b9bc2b9b7a.jpg)
Paul Paillet ha realizzato una serie di cuscini e divani in carta pigmentata goffrata montata su legno.
VILLA BERNASCONI/DYLAN PERRENOUD
Paolo Paillet, dal canto suo, sfrutta il suo passato di tossicodipendente per sviluppare il concetto di ricerca del limite. Su un cucchiaio di porcellana – uno strumento assolutamente sorprendente – contrappone un personaggio stordito a una chiesa in fiamme, un’allusione agli attacchi commessi in Norvegia da un piccolo gruppo satanista di estrema destra.
L’artista visivo fantastica un altro luogo del torpore, dell’abbandono, ma anche del raduno: il divano. Materializzato con molteplici strati di carta pigmentata goffrata montata su legno, questo complemento d’arredo suggerisce anche l’oggetto borghese per eccellenza, capace di suscitare attrazione o rifiuto.
Fino al 7 luglio a Villa Bernasconi, 8 route du Grand-Lancy, dal mercoledì alla domenica, dalle 14:00 alle 18:00.
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