Memorie della Lozère: la luminade “emblematica” della pesca nelle gole del Tarn

Memorie della Lozère: la luminade “emblematica” della pesca nelle gole del Tarn
Memorie della Lozère: la luminade “emblematica” della pesca nelle gole del Tarn
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Questa rubrica settimanale è proposta da Jean-Marie Gazagne.

Prima di affrontare questa sorprendente tecnica di pesca chiamiamo “alla lumina”, è opportuno collocarci nel contesto del secolo scorso quando il turismo non era ancora fiorente. La vita allora era difficile. Le persone vivevano in autosufficienza.

Ogni famiglia aveva qualche pecora e talvolta una o due capre. Il latte per il Roquefort veniva venduto al caseificio Muse. I piccoli orti vicino al fiume fornivano gli ortaggi, la vigna permetteva di avere un po’ di vino, il cui surplus veniva venduto.

In questo contesto di povertà, la pesca delle luminade rappresentava un’importante entrata: molto apprezzate erano le trote servite sui tavoli dei ristoranti, nei periodi turistici. Era una specialità dei barcaioli delle gole del Tarn, praticata fino al 1950 circa da Sainte-Enimie ad Aguessac. Per questa tecnica erano necessarie tre persone: il “saltatore con l’asta” chi governa la barca, il “autista” responsabile del braciere e del “fiociniere”.

Trota arpionata

È stato in barca, in una notte completamente buia, che è stato fatto. Questa consisteva nel catturare i pesci, in particolare le trote, attirandoli con la luce. Grazie ad un fuoco mantenuto nella parte anteriore della barca in una vecchia padella, dove venivano bruciati tizzoni di resina sovrastanti la zona da illuminare, le trote venivano attratte dalla luce. Venivano poi infilzati con una forchetta dotata di numerosi denti aguzzi, il fichouire, in francese la foëne.

Per infilzare la trota bisognava colpire un po’ in avanti in modo da averla sulla testa. Nel 1930 il pescato veniva venduto ai ristoranti per circa 25 franchi al chilo. (circa 10€). Per i matrimoni non era raro avere un ordine di più di cento trote. Questo tipo di “pesca” era proibito, allora era meglio sfuggire alla sorveglianza della polizia che inseguiva i bracconieri. Nel 1943 e nel 1944 dovette cessare. Le luci avrebbero indotto confusione con i segnali del paracadute per la macchia mediterranea. Inoltre, i tedeschi spararono su una di queste barche. I pescatori Poverel ed Espinasse di Rivière-sur-Tarn riuscirono a scampare per un pelo. Questa pratica cessò negli anni ’50.

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