SCOPRI TUTTO SU – 30 anni del Tunnel sotto la Manica: quali le nuove sfide?

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Sembra banale oggi viaggiare da Parigi a Londra in treno in 2 ore e 20 minuti, ma il sogno risale a Napoleone e abbiamo dovuto aspettare fino al 6 maggio 1994 perché il sogno diventasse realtà. È successo 30 anni fa.

Fin dalla sua inaugurazione, Hanno preso il volo 480 milioni di passeggeri Tunnel della Manica. Ogni giorno circa 500 treni fanno la spola tra la Francia e l’Inghilterra. L’obiettivo è raggiungere 1.200 viaggi giornalieri.

La scheda tecnica dell’opera è impressionante. “Stiamo parlando di tre tunnel e non di un solo tunnel : due tunnel ferroviari ciascuno per una direzione di traffico e un tunnel di servizio tra i due”, ricorda Nathan Bocard, specialista dei trasporti di RTL.

La sezione di tunnel sottomarino più lunga del mondo

“Tunnel che sono ancora lunghi 50 chilometri, di cui 38 chilometri nella sezione sottomarina. In realtà sono molto semplici la sezione di tunnel sottomarino più lunga del mondo. E tutto questo a volte si trova fino a 40 metri sotto il fondale marino”.

In totale, questi sono 10.000 persone che hanno partecipato alla sua costruzione che costò 100 milioni di franchi, il doppio di quanto allora previsto. Uno sforamento del budget” legato al fatto i due Stati hanno avuto difficoltà a consultarsi per definire gli standard di sicurezza applicabile a un oggetto del tutto nuovo ed eccezionale”, spiega Jacques Gounon, presidente di Getlink, la società madre di Eurotunnel.

La seconda era dell’Eurotunnel

A trent’anni dalla sua messa in servizio, l’infrastruttura deve affrontare nuove sfide, soprattutto ambientali. Il Tunnel della Manica offre un’alternativa ai traghetti, molto inquinanti, nel trasporto delle merci. Il treno ad alta velocità emette la metà della CO2 del traghetto.

Quando si vuole attraversare in condizioni ambientali impeccabili l’unica soluzione è il Tunnel della Manica“, dice Jacques Gounon.

L’Eurotunnel deve anche adattarsi alla nuova realtà di movimento delle persone causata dalla Brexit. Si tratta anche di mantenere un solido legame tra il Regno Unito e il continente europeo in termini di viaggi.

“Non siamo più di fronte ad una sfida strettamente legata al tunnel, ma siamo in una integrazione molto forte a livello europeo. È un po’ la seconda era dell’Eurotunnel, vale a dire d‘integrare, nonostante la Brexit, ancora di più la Gran Bretagna nei viaggi intraeuropei“, considera Gilles Dansart, direttore di Mobilettre.

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