gli “eredi della brezza marina” davanti alle assise

gli “eredi della brezza marina” davanti alle assise
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“VSNon è niente, è un film”, ha detto a due testimoni stupiti il ​​conducente della Golf nera in cui stava per entrare l’autore della sanguinosa sparatoria avvenuta nel parcheggio dell’aeroporto di Bastia Poretta (Haute-Corse). questo 5 dicembre 2017. Pochi metri più in là, due baroni del banditismo isolano giacciono a terra, in una pozza di sangue.

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Le parole dell’autista, in definitiva, non saranno solo un diversivo, poiché la vicenda avvenuta alla fine di questa mattinata ha alimentato la finzione. Ha ispirato un libro-inchiesta, basato sulla didattica, e soprattutto un film, Borgoavvolta da un’aura controversa che non smette di tenere con il fiato sospeso l’isola, alla vigilia di un processo che si preannuncia clamoroso.

Per due mesi, a partire dal 6 maggio, i giurati della corte d’assise delle Bouches-du-Rhône esamineranno una vendetta maturata nelle menti di orfani consumati da un odio riacceso. Quella che ha provocato la morte violenta di Antoine Quilichini, detto “Tony il Macellaio”, 49 anni, e Jean-Luc Codaccioni, 54 anni, entrambi presi di mira davanti al terminal da un commando pesantemente armato e ben informato. Il primo, colpito da almeno 21 colpi di arma da fuoco, era stato rilasciato dal carcere due settimane prima. A bordo di una BMW blindata, è venuto a prendere il suo amico, appena sceso dall’aereo proveniente da Parigi, che sarebbe dovuto rientrare la sera stessa nel carcere di Borgo (Alta Corsica), dopo cinque giorni di ferie.

“Una nuova tappa nella storia criminale corsa”

Nel loro ordine d’accusa, quello Punto ha potuto consultare, i giudici della giurisdizione interregionale specializzata (Jirs) di Marsiglia rinviano alla giustizia 16 imputati. Secondo i magistrati, questi sono gli autori e complici di questo duplice omicidio, e una decina di collaboratori “di incrollabile lealtà”, che avrebbero contribuito alla realizzazione di questo progetto criminale. L’indagine identificherà presto tra i protagonisti di questo scenario degno di un romanzo noir il coinvolgimento di una guardia del carcere di Borgo, Cathy Sénéchal.

Rinchiusa in carcere per due anni, questa madre di cinque figli ha designato le due vittime del commando con un “bacio”. » Baciando Jean-Luc Codaccioni e Antoine Quilichini nel parcheggio, questa matrona di 48 anni avrebbe dato il via all’operazione, secondo i giudici. In questo caso atipico, definito “una nuova tappa della storia criminale corsa”, i magistrati attribuiscono un “ruolo centrale” a Christophe Guazzelli, 32 anni. Quella del tiratore il cui volto era coperto da una maschera in lattice.

Con il fratello Richard, 34 anni, presentato come il “condirettore di questa indagine criminale”, licenziato anche lui per “omicidio di gruppo organizzato”, avrebbe ordito questo duplice omicidio per vendicare la morte del padre, Francis Guazzelli, ucciso da un un violento incendio mentre guidava il suo 4X4 per andare a caccia una mattina di novembre del 2009. L’assassinio di questo pilastro della cosiddetta banda “Brezza di mare”, che regnava incontrastata sull’Alta Corsica fino alla fine degli anni 2000, è stato, secondo i magistrati, nell’ambito di una serie di regolamenti di conti tra bande rivali nell’ambiente insulare.

“Ci vendichiamo come i grandi di questo mondo”

Sebbene i due fratelli preferissero rimanere in silenzio durante le indagini, gli investigatori riuscirono – attraverso un’impresa informatica senza precedenti per l’epoca – a far parlare i loro telefoni. I messaggi scambiati dai protagonisti di questa vicenda, tutti dotati di telefoni PGP, allora ritenuti inviolabili, hanno potuto essere decifrati dalla polizia. Negli scritti rintracciati dagli inquirenti, Christophe Guazzelli si rallegra di aver «fatto cadere due padrini». Rivendica questa vendetta anche da parte di un’altra accusata, Ange-Marie Michelosi, il cui padre è stato ucciso anche lui, nel luglio 2008, sulla sponda sud del Golfo di Ajaccio: “Ci vendichiamo come i grandi di questo mondo. »

Colui che la giustizia descrive come il personaggio centrale di questo progetto criminale arriva addirittura a fornire dettagli sui minuti precedenti gli omicidi. Lo accoglie nei messaggi indirizzati a Jacques Mariani, figura del banditismo isolano, il cui padre, Francis, fondatore di La Brise de mer, è stato ucciso nel gennaio 2009 nella strana esplosione di un hangar, a Casevecchie (Alta Corsica). “Te lo spiego, fratello, ho vendetta”, scrive Christophe Guazzelli. Nessuno credeva in me. Ora che ho restituito tutto il suo potere alla “tua Brezza”, puoi parlare in mio nome. »

Detenuto all’epoca dei fatti, anche Jacques Mariani, 58 anni, di cui oltre 35 trascorsi dietro le sbarre, è stato rinviato a giudizio per “associazione per delinquere”. Egli avrebbe svolto, secondo i giudici, un ruolo di consulenza e designazione di altre vittime in quello che viene presentato come il primo atto di un vasto progetto di eliminazione del clan avversario, posto sotto l’egida di un barone della tugocrazia corso-africana, Jean-Luc Germani, di cui le due vittime erano parenti.

Un progetto per “sradicare” il clan Germani

Un progetto che i magistrati dei Jirs descrivono a lungo termine nelle 386 pagine del loro ordine di rinvio a giudizio: “A causa della scomparsa dei loro padri, che attribuiscono ai membri del clan Germani, Richard e Christophe Guazzelli, Ange-Marie Michelosi e Jacques Mariani, aiutati da altri, si preoccuparono di vendicare la perdita dei loro cari e di organizzare non solo l’assassinio di importanti esponenti [de ce gang criminel], ma anche di procedere alla sua totale eradicazione. »

Dopo Jean-Luc Codaccioni e Antoine Quilichini furono pianificati altri omicidi contro il clan Germani. Un caso correlato, giudicato nel giugno 2022 dal tribunale penale di Marsiglia, ha fatto luce sull’organizzazione di un vasto traffico di droga, che avrebbe dovuto consentire il finanziamento della fuga delle persone coinvolte nella commissione di questi omicidi. Dopo il duplice omicidio di Poretta, la guardia fu in particolare incaricata di avvelenare nella sua cella un altro presunto membro del clan avversario, Stéphane Luciani, allora detenuto a Borgo.

Negli scambi tracciati via PGP si parla anche dell’assassinio di Paul Canarelli, proprietario della lussuosa tenuta Murtoli, pilastro della cosca africana, Frédéric Federici, o addirittura dello stesso Jean-Luc Germani. L’arresto degli “orfani” della Sea Breeze avrà messo fine a questo disastroso progetto. Durante gli interrogatori i protagonisti del duplice omicidio rimasero in silenzio. Lo romperanno in udienza?

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