Necessaria riforma per i ricorsi in caso di soggiorno medico in Belgio

Necessaria riforma per i ricorsi in caso di soggiorno medico in Belgio
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In un appello congiunto, Myria, il Centro federale della migrazione e l’Istituto federale dei diritti umani (IFDH) sollecitano il governo belga a istituire un meccanismo di ricorso più efficace per gli stranieri gravemente malati che cercano di ottenere un soggiorno per motivi medici. Questa richiesta arriva dopo che un accordo amichevole ha evitato la condanna del Belgio da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo l’11 aprile 2024.

La difficile situazione di questi stranieri si manifesta chiaramente nel recente caso di una donna georgiana gravemente malata alla quale è stato contestato il rifiuto di soggiorno per 15 anni. Sebbene il suo caso sia stato risolto con un permesso di soggiorno concesso all’ultimo minuto, esso evidenzia un problema più ampio e sistemico: l’insufficienza dei rimedi giuridici in Belgio per i casi di rifiuto di soggiorno per motivi medici.

La legge belga, così come è attualmente costituita, non consente al Consiglio per il contenzioso sugli stranieri di esaminare in dettaglio il merito delle decisioni dell’Ufficio stranieri. Questo organismo si limita a verificare l’assenza di errori giuridici, come la mancanza di motivazione nelle decisioni. Già nel 2016 un rapporto d’indagine dell’Ombudsman federale aveva individuato questa lacuna, criticando l’assenza di un rimedio efficace che tenesse conto dell’attuale situazione medica della persona interessata.

Questo vuoto giuridico porta spesso a un ciclo infinito di decisioni annullate e riemesse, facendo precipitare i richiedenti in un “ping-pong procedurale” che può durare anni, esacerbando la loro vulnerabilità e la loro fragile salute.

Inoltre, la Corte costituzionale belga e la Corte di giustizia dell’Unione europea hanno già constatato una violazione del diritto a un ricorso effettivo, garantito dall’articolo 13 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La mancanza di una soluzione adeguata in Belgio porta i ricorrenti a rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, un passo che dovrebbe essere eccezionale e non la norma.

Di fronte a queste sfide, Myria e l’IFDH chiedono, in una comunicazione, una riforma legislativa urgente, suggerendo di integrare un vero e proprio meccanismo di ricorso nella legge del 15 dicembre 1980 sugli stranieri o nel futuro Codice dell’Immigrazione. Senza questa modifica, il Belgio rimane vulnerabile a futuri ricorsi a livello europeo che potrebbero sfociare in condanne internazionali, evidenziando le carenze del suo sistema di giustizia amministrativa e la sua incapacità di proteggere i diritti dei più vulnerabili.

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