Verso un futuro più verde nella capitale Phnom Penh

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La Meta House di Phnom Penh ha recentemente accolto Carlo Santo, professore di arte, architettura e urbanistica presso l’Università americana di Phnom Penh, in occasione del lancio del suo e-book dal titolo: “PROJECTS FOR PHNOM PENH , RIGENERATION OF THE URBAN RETE VERDE”.

Questo libro è un progetto collettivo realizzato con i suoi studenti all’Università volto a fornire una panoramica delle iniziative e dei progetti di pianificazione urbana intrapresi nei quartieri centrali di Phnom Penh negli ultimi tre decenni.

Verso infrastrutture verdi interconnesse per la capitale cambogiana

Con specifico riferimento agli eventi storici della Cambogia, questo progetto fornisce un’analisi della crescita urbana e dello sviluppo della capitale. Fornisce inoltre una revisione degli approcci alla pianificazione urbana dagli albori ad oggi, esplorando le sfide e le ragioni dell’attuazione incompleta di questi processi.

La ricerca presenta poi una serie di interventi sul tessuto urbano sotto forma di progetti pilota e ne valuta la fattibilità, tenendo conto in particolare dello stato attuale dell’ambiente.

Lo studio sostiene che l’introduzione di meccanismi ben definiti per negoziare azioni coordinate tra tutti gli attori urbani è di fondamentale importanza. Alla luce di queste considerazioni, la ricerca propone lo sviluppo di un piano quadro urbano basato sull’attuale piano regolatore di Phnom Penh e su un’analisi dettagliata della forma urbana, con l’obiettivo di identificare potenziali aree per la realizzazione di infrastrutture verdi interconnesse.

Infine, l’autore si propone di stimolare un dibattito costruttivo tra autorità locali, promotori immobiliari, specialisti di pianificazione urbana e cittadini preoccupati sul futuro del demanio pubblico a Phnom Penh.

Phnom Penh e le sue prospettive di pianificazione urbana incoraggiate dalla gioventù Khmer

A seguito di questo lungo lavoro di ricerca condotto da Carlo Santoro e dai suoi studenti, sembra ragionevole affermare che la città di Phnom Penh dispone di un certo numero di spazi verdi distribuiti nei suoi quartieri centrali.

Tuttavia, nel periodo post-pandemia, rapporti e documenti politici – molti dei quali analizzati in questa pubblicazione – hanno spesso fatto riferimento a una crescente domanda da parte della popolazione locale di maggiori spazi verdi pubblici in concomitanza con attività ricreative e ricreative. Una richiesta che sembra essere percepita come particolarmente urgente, soprattutto dai giovani cambogiani.

Questa carenza di spazi verdi può essere attribuita, almeno in parte, alla limitata accessibilità degli spazi pubblici, sia in termini di dimensioni fisiche che visive.

Lo studio documenta inoltre l’attuale disponibilità di numerosi spazi aperti in aree occupate da scuole, pagode, poste in prossimità di edifici amministrativi o storici, o anche da porzioni di terreno il cui utilizzo non è stato ancora formalmente individuato e considerato libero.

Tutti questi spazi rappresentano una risorsa fondamentale che potrebbe essere trasformata in un paesaggio – spazio pubblico. Tuttavia, se l’apparenza ha giocato un ruolo importante nell’identità di un costruito in un dato momento, il rapporto con il verde urbano e l’acqua è stato certamente di centrale importanza nel Sud-Est asiatico.

È quindi della massima importanza che le giovani generazioni di cambogiani, che hanno già lasciato il segno in questa pubblicazione, continuino a svolgere un ruolo attivo nel mantenimento di questo patrimonio che potrebbe rappresentare oggi la parte più preziosa di quello che veniva chiamato il “ Perla dell’Asia”.

Lavoro sostenuto in linea con i progetti del governo

Questo “e-book” rappresenta infatti la manifestazione più evidente di un cambiamento di stato d’animo che, seppur lento, comincia a manifestarsi. Questo progetto di ricerca quinquennale chiude definitivamente la fervida produzione concettuale del dipartimento di architettura dell’Università americana di Phnom Penh. Pur essendo molto esaustiva, questa ricerca non si è impegnata in un’analisi approfondita della voluminosa, talvolta cinica, letteratura sull’argomento, che spesso sostiene l’idea di una riconfigurazione dell’organizzazione sociale della città. D’altra parte, l’obiettivo è presentare proposte praticabili che presuppongono un approccio più pragmatico alla negoziazione dello spazio urbano.

In chiusura di questa pubblicazione, segnaliamo che associazioni di architetti e urbanisti, come l’Associazione degli Architetti della Cambogia (“Architects Association of Cambogia”), la Comunità INNex (“INNex Community”), piattaforme, come Future Allo sviluppo di questa pubblicazione hanno partecipato il Forum Cambogia, istituzioni private e l’Istituto cambogiano per gli studi urbani.

Idee non così lontane dalle proposte attualmente in discussione all’interno dei ministeri delle infrastrutture, dell’ambiente, dell’assetto territoriale e dell’urbanistica.

“Secondo noi con questo progetto sono state gettate le basi per un futuro più green”, conclude Carlo Santoro.

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